Egitto. Morsi supera Mubarak e fa suoi poteri della Magistratura

di Enrico Oliari –

Si sta dimostrando sempre più tutt’altro che un “homo novus” il presidente dell’Egitto Mohammed Morsi. I suoi oppositori hanno invaso in questi giorni piazza Tahrir al Cairo, come pure i centri di Alessandria, Ismailia, Assiut, Port Said, Suez, Mahalla, Damietta, Menya e Assuan, mentre le proteste hanno invaso il web: lo accusano di essere un nuovo faraone, di aver semplicemente preso il posto del precedente dittatore, di istaurare gradualmente una dittatura islamica nel paese africano.
Nell’ormai storica piazza Tahrir, dove è stata tolta la corrente elettrica, ci sono stati tafferugli, con una ventina di feriti.
La protesta è iniziata ieri, quando il presidente dell’Egitto ha comunicato la sua intenzione di fare suoi alcuni poteri chiave della Magistratura, se pur con la scusa di voler eliminare i corrotti.
Il provvedimento attribuirebbe, proprio in base alla Costituzione che sarà redatta a febbraio, poteri che neppure Mubarak possedeva, compreso la non appellabilità davanti alla magistratura tutte le sue decisioni, anche pregresse, e pertanto risulta poco credibile l’affermazione di Mohammed Morsi secondo cui “sono sempre stato, sono ancora e sarò sempre, a Dio piacendo, con il popolo, con quello che vuole il popolo, con una chiara legittimità”.
Intanto l’ormai ex procuratore generale egiziano Abdel Maguid Mahmoud, rimosso proprio da Morsi, ha fatto sapere di voler intentare un ricorso dinanzi alla Corte d’appello contro la sua destituzione ritenendo di essere stato licenziato per “motivi politici” e sostenendo l’incostituzionalità sia della decisione di rimuoverlo dal suo incarico sia della stessa “dichiarazione costituzionale” di Morsi, in cui il presidente ha rivendicato la non impugnabilità delle sue decisioni. Al suo posto è stato nominato il fedelissimo Talaat Ibrahim Abdallah.
La cosa non è andata giù nemmeno a qualche suo collaboratore più stretto: Sekina Fouad, consigliere del presidente per la cultura, ha annunciato la sue dimissioni per protestare contro la dichiarazione emanata ieri: “tutti sono per il giudizio degli assassini dei manifestanti – ha dichiarato la nota scrittrice – ma rifiutano che la Costituente e il consiglio consultivo del Parlamento siano al riparo di ogni giudizio sul loro scioglimento”.