El Salvador. Arrestati 30.506 pandilleros dalla polizia durante lo stato di emergenza

di Alberto Galvi –

In El Salvador dall’inizio della guerra contro le bande sono stati effettuati 30.506 arresti dalla polizia su ordine del presidente Nayib Bukele, che ha difeso la spinta del suo governo contro la criminalità organizzata, avvertendo i genitori salvadoregni di tenere i propri figli lontani da loro. Tra gli arrestati dello scorso 15 maggio vi sono anche 536 terroristi. In quella data sono stati completati i 50 giorni del regime di emergenza.
Il Congresso salvadoregno ha approvato lo stato di emergenza alla fine di marzo, dopo che un fine settimana di violenze legate alle bande ha provocato la morte di oltre 80 persone, suscitando timori diffusi tra i residenti.
Inoltre è stata rinnovata per altri 30 giorni a fine aprile l’ordinanza in base alla quale le autorità hanno potuto sospendere alcune libertà civili, mentre i gruppi locali e internazionali per i diritti umani, così come gli esperti delle Nazioni Unite, hanno espresso preoccupazione per le notizie sull’uso eccessivo della forza durante gli arresti.
Secondo gli emendamenti del codice penale salvadoregno che consentono alle autorità di imporre pene detentive aumentate per l’appartenenza a bande, i capi delle organizzazioni criminali saranno condannati da 40 a 45 anni di carcere, mentre gli altri membri delle bande saranno condannati da 20 a 30 anni.
Precedentemente i capi delle bande venivano condannati dai 6 ai 9 anni, mentre gli altri membri delle bande venivano condannati dai 3 ai 5 anni.
I due principali gruppi criminali del paese sono MS-13 e Barrio 18, che hanno circa 70mila membri attivi di cui poco più di 46mila si trovano già nelle carceri salvadoregne.