El Salvador. Continua il consenso del presidente Bukele nonostante la deriva autoritaria

di Alberto Galvi

A circa 14 mesi di presidenza i salvadoregni continuano ad approvare la gestione del presidente Nayib Bukele del partito NI (Nuevas Ideas). In questo tempo di Covid-19 il presidente salvadoregno si è più volte scontrato con l’Assemblea legislativa unicamerale e la Corte suprema di giustizia sulle azioni per combattere la pandemia.
Lo scontro istituzionale tra parlamento e governo sulla gestione dei fondi per l’emergenza coronavirus, ha causato la mancata approvazione del proseguimento della quarantena per contenere la pandemia.
All’inizio della legislatura Bukele ha promesso ai salvadoregni che avrebbe migliorato la loro qualità di vita in una nazione fortemente colpita dalla povertà e dalla violenza e ha fatto della lotta contro le bande criminali il suo cavallo di battaglia.
Nonostante goda di grande popolarità Bukele si sta avvicinando verso modelli dittatoriali, anche se la popolazione lo votò a causa degli scandali di corruzione e l’inefficacia dei due partiti di maggioranza l’ARENA (Alianza Republicana Nacionalista) e il FMLN (Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional).
Una delle caratteristiche del governo di Bukele è la mancanza di rispetto delle regole democratiche, in quanto non accetta di essere controllato. Lo scorso febbraio, il presidente salvadoregno è apparso all’Assemblea nazionale circondato da militari dell’esercito per fare pressione sui membri del Congresso affinché approvassero un prestito richiesto per l’acquisto di armi dall’esecutivo agli Usa. 
Alcune settimane dopo Bukele ha difeso l’uso letale della forza nelle operazioni contro gruppi criminali. Le stime ufficiali indicano che ci sono circa 60mila membri di gang attivi in ​​un Paese di appena 6,8 milioni di abitanti. Le principali pandillias sono: Mara Salvatrucha, il Barrio 18-Sureños e il Barrio 18-Revolucionario.
Questo tipo di comportamento è peggiorato in mezzo alla pandemia di coronavirus, durante la quale il presidente ha posto il veto ai regolamenti di emergenza approvati dal Congresso.
In diverse occasioni il presidente salvadoregno si è persino rifiutato di conformarsi a una sentenza della Corte Suprema che impediva l’uso delle forze armate per arrestare i cittadini che avevano violato la quarantena.
Il presidente Bukele è stato accusato da diverse organizzazioni di aver concordato una tregua con le bande criminali come era già accaduto da parte dei precedenti governi, in quanto si è limitato con loro allo scontro armato e si è rifiutato di rivelare in cosa consisteva il suo programma di contrasto alla violenza ed in particolare quella contro le pandillias.
Le azioni di Bukele nei confronti degli altri poteri dello Stato gli sono costate critiche da parte di organizzazioni internazionali come l’IACHR (Inter-American Commission on Human Rights), l’AI (Amnesty International), l’HRW (Human Rights Watch) e l’OAS (Organization of American States).
Nonostante lo scandalo nazionale e internazionale causato dall’ingresso dell’esercito al Congresso e le controverse misure del presidente per mantenere il controllo sulla pandemia, Bukele gode di un grande consenso popolare.
Tra le crescenti preoccupazioni per l’accumulo di potere nelle mani del presidente Bukele e del suo governo gli occhi nel Paese sono puntati sulle elezioni legislative del 2021, in cui il partito al governo potrebbe ottenere la maggioranza.
El Salvador è la quarta economia più grande della regione ed è stato il primo Paese a ratificare l’accordo di libero scambio Repubblica Dominicana-Centro America. Con questo accordo El Salvador, nonostante l’aumento della concorrenza asiatica, in particolare quella cinese, è riuscito a rafforzare l’esportazione di alimenti trasformati, zucchero ed etanolo e ha sostenuto gli investimenti nel settore dell’abbigliamento.