El Salvador. L’emigrazione verso gli Stati Uniti e l’Unione Europea

di Alberto Galvi

In agosto il segretario ad interim della sicurezza interna degli Stati Uniti, Kevin McAleenan, ha incontrato il presidente salvadoregno Nayib Bukele, firmando un accordo di cooperazione in materia di migrazione e di sicurezza per combattere il fenomeno criminale delle pandillias. All’arrivo nel paese McAleenan ha incontrato il personale del DHS (Department of Homeland Security), che sostiene gli sforzi contro la criminalità nel paese.
Entrambi i paesi hanno ribadito il loro impegno comune nella lotta contro l’immigrazione clandestina negli Stati Uniti, sostenendo la sicurezza delle frontiere, in particolare contro la tratta di esseri umani e la lotta al contrabbando. Kevin McAleenan ha incontrato non solo il premier salvadoregno ma anche il cancelliere Alexandra Hill Tinoco e il ministro della giustizia, Rogelio Rivas, per discutere della collaborazione in materia di sicurezza regionale. McAleenan ha elogiato Bukele per gli sforzi fatti nel ridurre l’immigrazione, lungo il confine meridionale degli Stati Uniti, da quando è entrato in carica a giugno.
Si stima che oltre 2,5 milioni di salvadoregni vivono negli Stati Uniti, di cui 179 mila godono del TPS (Temporary Protected Status), che li protegge dall’espulsione, anche se la sua scadenza è prevista fra qualche settimana con possibilità di rinnovo. Il TPS garantisce la residenza temporanea e permessi di lavoro a persone provenienti da determinati paesi, che sono già negli Stati Uniti, e non possono tornare nei loro paesi per motivi umanitari. Solo tra il 2015 e il 2017, oltre 50 mila persone sono emigrate dal El Salvador.
Gli Stati Uniti non sono però l’unica destinazione per i salvadoregni che emigrano. Gli altri paesi verso cui si dirigono per cercare di avere una vita migliore sono: Canada, Australia, Nicaragua, Costa Rica e Panama. Invece nei paesi europei emigrano principalmente in Italia, Spagna, Svezia, Spagna e Germania. I salvadoregni che emigreranno nei paesi dell’Unione Europea dal 2021 avranno bisogno del permesso di viaggio ETIAS (European Travel Information and Authorization System) per visitare paesi dell’area Schengen. Il Regno Unito non è dell’area Schengen, per cui ha regole diverse per i visti e per i visitatori stranieri. Codesta tipologia di permesso è stata ideata per viaggi di breve durata fino a 90 giorni, quindi si applica a viaggi di lavoro o turismo. Questo documento servirà ai cittadini di circa 60 paesi non europei situati in tutte le parti del mondo.
La ricerca della soluzione al problema dell’immigrazione sia verso gli Stati Uniti sia verso l’Unione Europea sembra essere diventato ormai da qualche anno prioritaria da parte di questi governi. Le ragioni che spingono milioni di persone a lasciare il loro paese, sono estremamente varie, e non necessariamente le ragioni sono solo di natura prettamente economica.
L’orientamento politico dei cittadini statunitensi e dei cittadini europei di alcuni paesi si è modificato a causa del fenomeno migratorio, facendo vincere alle ultime elezioni partiti sovranisti. Queste forze politiche vedono nel blocco delle frontiere una tutela nei confronti dei propri cittadini, e della propria economia, dimenticandosi l’enorme importanza che hanno i lavoratori immigrati per il nostro welfare state.
Per quanto riguarda l’immigrazione salvadoregna bisogna ricordare che è stata ridotta nel 2017, cosa che il governo salvadoregno ha recentemente fatto notare di fronte alle minacce del presidente americano Donald Trump per interrompere il flusso di aiuti economici nella regione. La principale ragione per cui si emigra dal El Salvador è l’elevato tasso di criminalità dovuto alla presenza di bande come i Mara Salvatrucha e i Barrio 18. I membri di queste pandillias è stato stimato che siano circa 70 mila in tutto il paese.