El Salvador. Bukele vuole la rielezione

di Paolo menchi

Il presidente de El Salvador Nayib Bukele ha annunciato nei giorni scorsi, durante una diretta televisiva, che intende candidarsi alla rielezione in vista delle consultazioni del 2024.
La costituzione prevede che un presidente non possa essere rieletto al termine del mandato di cinque anni, ma deve attenderne altri dieci per candidarsi di nuovo.
La Corte Suprema, eletta dal partito del presidente e dai suoi alleati con metodi aspramente criticati, con una sentenza del 2021 ha invece interpretato la norma come se, per non essere rieletto, il presidente debba essere già stato al potere per dieci anni.
Secondo i suoi oppositori, in particolare Eduardo Escobar, direttore di Acción Ciudadana (una ONG che lotta contro la corruzione), Bukele ha forzato la mano alla costituzione per cercare la rielezione e questo è contro ogni principio giuridico.
Bukele si è difeso attaccando i paesi sviluppati che lo accusano di andare contro la costituzione salvo poi di permettere essi stessi la rielezione, ed ha elencato 39 nazioni del FMI dove il presidente è rieleggibile, dimenticando volutamente di dire che in questi paesi non c’è alcuna norma costituzionale che lo vieti.
Bukele, in una sorta di richiamo all’orgoglio nazionale, ha invitato i salvadoregni a non farsi influenzare dai giudizi stranieri che non devono entrare nelle decisioni nazionali.
Gli Stati Uniti, che in precedenza erano un alleato, ora sono molto critici nei confronti di Bukele, dopo che nel maggio 2021, con l’aiuto dei suoi alleati in parlamento, aveva destituito alcuni magistrati ed il procuratore generale della Corte suprema, sostituendoli con persone a lui vicine.
Anche se secondo alcuni sondaggi Bukele sembra godere di un buon consenso popolare, non mancano gli oppositori che sono scesi in piazza anche recentemente, definendo il presidente un dittatore, proprio perché nel Salvador non esiste separazione di poteri, visto che Bukele controlla anche Parlamento e Corte suprema.
Le elezioni del 2024 sono molto importanti, e verranno eletti anche l’Assemblea legislativa e 262 consigli comunali.
El Salvador, lo stato più piccolo ma a maggiore densità abitativa del Centroamerica, ha una popolazione di circa nove milioni di abitanti, che per il 32% vive al di sotto la linea di povertà e dove i gruppi criminali, ai quali si calcola sia affiliato circa il 9% della popolazione, dettano legge ed ogni attività commerciale deve sottostare al loro pizzo.
A livello politico non si è ancora superata la contrapposizione nata negli anni Settanta, quando erano saliti al potere i militari che avevano provocato la nascita di gruppi di guerriglieri.
Dagli anni Ottanta sono iniziate le trattative per pacificare il paese sconvolto dalla violenza politica, ma la pace è stata firmata solo nel 1992; alle prime elezioni aveva vinto il partito di destra “Arena“, che ha continuato a governare fino alla vittoria nel 2009 della formazione di sinistra degli ex guerriglieri del FMLN, Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale, che ha guidato il paese fino al 2019.
Nayib Bukele, ex FMLN perché espulso, è presidente dal maggio 2019: aveva vinto le elezioni presentandosi come indipendente appoggiato dal partito Gana e pochi mesi dopo, nel febbraio 2020, aveva scandalizzato il mondo facendo circondare il parlamento dall’esercito per spingere i deputati ad approvare un prestito ottenuto dal fondo monetario.