Essere osservatore internazionale per il voto in Tunisia. Intervista al canadese Jhon Mraz

di Saber Yakoubi –

ll 23 ottobre 2011 è stato un giorno importante per la Tunisia: è infatti da quella data che il popolo tunisino ha iniziato a scrivere una pagina del tutto nuova per il proprio cammino, storica per sé e per il mondo arabo in generale.In occasione del primo voto realmente democratico NotizieGeopolitiche ha potuto visitare oltre 10 sedi elettorali in tutto il Paese e la prima cosa che è saltata agli occhi è stata la serenità dipinta sui volti degli elettori e delle elettrici, ovvero la ferma volontà di esprimere con il proprio voto la fiducia ai rappresentanti ritenuti validi e competenti.
Come giornale di osservazione geopolitica abbiamo pensato di chiedere a diverse persone la propria opinione, ma fra le molte risposte toccanti e significative vi sono quella di un anziano, il quale ha raccontato di venire ‘a votare per la prima volta nella mia vita, perché, solo dopo 90 anni, sento che il mio voto è importante’, e quella  di una donna incinta, la quale è rimasta in fila per ben tre ore prima di appurare di aver sbagliato sessione e quindi ha voluto rimettersi in cammino per raggiungere con uno sforzo visibile il suo seggio: sono le immagini  di un popolo privato fino ad oggi della dignità e della libertà, ma che ad un certo punto ha trovato la forza di dire ‘basta, da oggi decido io’.
Il 24 ottobre NotizieGeopolitiche ha potuto intervistare il canadese Jhon Mraz, capo degli osservatori internazionali inviati per vegliare sulle procedure del voto, il quale ha riferito di essere ‘rimasto colpito dalla capacità organizzativa del Comitato Elettorale Indipendente, dalla preparazione del popolo tunisino davanti all’urna, della pazienza e dagli evidenti sforzi messi in campo per poter condurre al voto il Paese con i minori disagi il possibile’.
– Osservatori al voto in Tunisia, di che si tratta?
‘Siamo in 533 osservatori internazionali, inviati dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa e dal Centro Carter statunitense che, con i 6939 osservatori locali, vegliamo sulla regolarità delle operazioni di voto. I 150 osservatori europei sono tra i più importanti e competenti al mondo, mentre la spesa stimata si aggira intorno ai tre milioni di euro’.
– Ci può fare qualche esempio di chi sia un osservatore internazionale?
‘Vi sono, ad esempio, una quindicina di parlamentari europei e diverse figure diplomatiche, tutti impegnati nel dare supporto alla missione’.
– La figura dell’osservatore internazionale non è del tutto nuova in Tunisia: già all’ epoca di Ben Ali vi erano Osservatori internazionali che però venivano considerati dal popolo tunisino solo come dei ‘turisti elettorali’… Quali differenze vi sono fra la missione internazionale di oggi e quelle degli anni passati?
‘Innanzitutto la ringrazio per la domanda. Oggi, a differenza di allora, il Comitato Elettorale Indipendente ha preteso per gli osservatori competenze ben determinate e comunque ha richiesto personale con già esperienze del genere alle spalle. Tra gli esperti che hanno preso parte al controllo sulle procedure elettorali vi è Josè Antonio De Gabrile, il quale ha alle spalle più di 30 missioni come osservatore’.
– Oggi si è tuttavia parlato di scorrettezze e violazioni…  voi ne avete individuate? E come vi siete comportati?
‘Abbiamo potuto valutare che gli episodi scorretti ammontano a circa il 7%, un dato che comunque non comprometterà il risultato del voto’.- Tuttavia non è neppure un dato trascurabile: di che si è trattato? Può spiegarci cosa vuol dire ‘7%’?
‘Guardi, le modalità di errore o di violazione sono molteplici e spaziano dalla ‘tangente’, cioè dal tentativo di comprare il voto, alla presenza di pubblicità elettorale nei seggi, ai tentativi di manipolare i risultati. Si tratta comunque di casi isolati, segnalati per lo più dagli estessi elettori che si accingevano a votare. Noi non siamo tenuti a fermare la procedura elettorale, ma solo a stilare rapporti che includano le segnalazioni’.
– Il popolo tunisino è parte integrante del mondo arabo, il quale è stato accusato in più occasioni e da più parti di essere anni luce lontano dalla democrazia  e comunque di non essere pronto a viverla. Lei, che ha vissuto da vicino l’esperienza del voto ed ha visto le lunghe file davanti ai seggi, quanto ritiene che questo possa essere vero?
‘Non soltanto io, ma tutti i membri della spedizione degli osservatori siamo rimasti colpiti positivamente da questo popolo. Nel mondo ci sono paesi modello nella democrazia, ma la percentuale degli elettori non è mai arrivata al 90%. Il 14 gennaio questo popolo ha sorpreso il mondo con una rivoluzione tra le più pacifiche ed il 23 Ottobre è diventato, con il voto partecipato, un modello di democrazia’.
– Signor Mraz, Lei è canadese:  cosa racconterà ai suoi connazionali della sua esperienza nordafricana e cosa vorrà dire ai tunisini prima di partire?
 ‘Ai tunisini farò i miei sinceri auguri e li ringrazierò per l’amore trasmesso con gli sguardi e i sorrisi sinceri: raccomanderò loro di continuare a lottare per la democrazia. Ai canadesi spiegherò di essermi trovato in un piccolo paese, dove i sogni si avverano’.