EXPO2030: ‘L’Italia ritiri la candidatura ri Roma a favore di quella di Odessa’

di Ugo Poletti * –

Da Odessa giunge una proposta apparentemente provocatoria, ma che si basa su diverse fondate ragioni. Nella competizione per l’Esposizione Universale Expo del 2030 l’Italia ha infatti l’occasione di giocare una abile mossa diplomatica a favore dell’Ucraina, scambiando una sconfitta certa con una vittoria morale.
A settembre 2022 il Bureau des Expositions Internationales (BIE) farà la selezione finale dei candidati all’Expo del 2030. Attualmente sono in lizza: Odessa (Ucraina), Ryadh (Arabia Saudita), Busan (Corea del Sud) e Roma per l’Italia. La candidatura di Mosca é stata ritirata qualche mese fa.
In questa tappa il BIE di solito riduce la partita a due-tre concorrenti, eliminando candidature poco solide. Dopo un anno ci sarà il voto finale dei 170 Paesi membri su quale città ospiterà Expo 2030.
Tra le città candidate, Roma é quasi certamente destinata all’insuccesso per diversi fattori:
l’Italia ha già avuto Milano Expo 2015 e il BIE non concede un esposizione universale allo stesso Paese a distanza di appena 15 anni;
per sostenere il peso organizzativo di un’Expo, lo Stato ospitante deve allocare grandi risorse finanziarie pubbliche. La situazione economica in Italia non é favorevole per tale impegno;
le Esposizioni si tengono ormai da anni in città che non sono capitali politiche (Vancouver, Siviglia, Shanghai, Milano, Osaka), con maggiori possibilità di aumentare le strutture alberghiere e investire nei trasporti per un evento che dura sei mesi. Roma avrebbe problemi oggettivi di organizzazione con almeno 20 milioni di visitatori in aggiunta al flusso stagionale di turisti.
Riguardo alle candidature di Riyadh e Busan, sono entrambe deboli per diverse ragioni. L’Arabia Saudita é ancora oggi un Paese religiosamente conservatore dove le restrizioni alimentari (divieto di bere alcool, ad esempio) e quelle sociali (divieto di vicinanza tra uomini e donne in locali pubblici, eccetto per le famiglie) rendono difficile un evento internazionale con molti visitatori stranieri. Busan avrebbe tutte le carte in regola, salvo il fatto che appena cinque anni prima un’altra Expo si tiene nella stessa area geografica a Osaka, Giappone. Una prassi consolidata delle esposizioni è la rotazione tra continenti.
Quindi, Odessa è oggi la candidata favorito per Expo 2030. Oltre ad essere una riconosciuta città d’arte molto attraente, ha molto spazio per costruire nuove infrastrutture logistiche e alberghiere. La guerra in corso, che certamente finirà molto prima del 2030, è un fattore politico favorevole perché aiuterebbe l’Ucraina ad attirare molti investimenti stranieri per i lavori di preparazione di Expo.
Nella competizione per Expo, all’Italia si presenta così l’opportunità di ritirare la candidatura di Roma e dichiarare ufficialmente l’appoggio diplomatico all’Ucraina per la candidatura di Odessa. La vittoria (probabile) della perla del Mar Nero, diventerebbe anche una vittoria diplomatica per l’Italia. L’appoggio diplomatico italiano favorirebbe il nostro Paese nel piano per la ricostruzione dell’Ucraina. Non dimentichiamo che proprio la regione di Odessa é la destinazione ideale per le aziende italiane.
Ma che senso ha parlare di una Esposizione Universale in Ucraina, quando siamo ancora nel mezzo di una guerra? Innanzitutto, l’Expo in questione si terrà nel 2030, cioè tra 8 anni, quando la guerra sarà probabilmente finita da qualche anno. Inoltre, la scelta definitiva della città ospitante avverrà tra un anno, nell’autunno del 2023. Se per quella data la guerra non sarà ancora finita, la città vincitrice sarà ovviamente scelta tra Riyadh e Busan.
Se, come tutti auspichiamo, il conflitto vedrà una risoluzione nei prossimi mesi, Expo 2030 sarà una occasione unica per l’Ucraina per ricostruire il Paese e riaprirlo al turismo, attraverso un progetto di sviluppo in cui coinvolgere anche i Paesi che parteciperanno all’esposizione.
Infine, non dimentichiamo che molte Expo del passato sono state una occasione di lancio di grandi opere. Per esempio, all’Expo di Siviglia del 1992 la Spagna lanciò il primo treno ad alta velocità. Anche l’Ucraina lancerà l’alta velocità ferroviaria dopo la guerra e il collegamento Odessa-Kyïv é quello economicamente più importante. Anche in questa ottica, una mossa diplomatica vincente favorirebbe l’italiano Gruppo Ferrovie dello Stato rispetto ai campioni nazionali francesi o tedeschi.
In conclusione, l’Ucraina ha apprezzato molto il sostegno del Governo italiano alla resistenza contro l’invasore. Giocando la carta dell’appoggio diplomatico alla candidatura di Odessa 2030, l’Italia consoliderebbe così il vantaggio acquisito aprendo anche ad opportunità di lavoro per le proprie aziende.

* Direttore di “The Odessa Journal”.

Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.