G20. Brasile e Messico sotto scacco, mentre l’Argentina riscuote consensi

di Alberto Galvi

Si è svolto in questi giorni a Osaka in Giappone il G20 che è composto da 19 paesi più l’Unione Europea. Gli stati membri sono: Argentina, Australia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Turchia, Regno Unito, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Russia, e Stati Uniti. Le questioni su cui le principali economie del pianeta hanno discusso in questi giorni sono: i cambiamenti climatici, la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, l’accordo commerciale tra Mercosur e Unione Europea.
Il grande assente di questa edizione del G20 è stato sicuramente il presidente del Messico Obrador. Al suo posto hanno partecipato il ministro degli Esteri Marcelo Ebrard e il segretario al Tesoro, Carlos Urzúa. L’assenza di Obrador è stata vista come un dissenso verso le politiche migratorie di Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha minacciato di imporre al Messico tariffe doganali per bloccare il flusso di migranti in arrivo dal centroamerica negli Stati Uniti dal Triángulo Norte.
Il ministro degli Esteri messicano Marcelo Ebrard, ha partecipato a una riunione congiunta con i capi di Stato e di governo di Argentina, Cile, Spagna, i ministri degli Esteri di Canada, Singapore e India per discutere di commercio internazionale contro le politiche protezioniste e a favore del libero scambio. Il presidente del Messico ha inviato una lettera al premier giapponese, Shinzo Abe, evidenziando come il fenomeno della migrazione dovesse aver bisogno della sua attenzione in patria.
Gli altri due paesi dell’America Latina presenti al G20 sono stati Brasile e Argentina ed entrambi erano impegnati negli accordi commerciali tra Mercosur (Mercado Común del Sur) e Unione europea. Le lunghissime trattative tra questi 2 blocchi sono finalmente giunte al termine. Era dal 1999 che i negoziati andavano avanti.
In questa occasione Macri e Bolsonaro nonostante la resistenza politica della tedesca Angela Merkel, dello spagnolo Pedro Sanchez e del francese Macron, hanno raggiunto l’accordo politico. Il trattato apre così un nuovo capitolo nelle relazioni tra il Mercosur e l’Unione europea. Al fine di raggiungere l’accordo, Bolsonaro è stato costretto a impegnarsi pubblicamente con il presidente della Francia, Emmanuel Macron, a non abbandonare l’Accordo di Parigi sul clima del 2015. Questo accordo tra Unione europea e Mercosur porterà ad avere una zona di libero scambio di 780 milioni di consumatori.
Per quanto riguarda l’Argentina il ministro degli Esteri Faurie e il ministro della produzione e del Lavoro Sica hanno condotto i negoziati con Bruxelles, e hanno così raggiunto l’accordo. Inoltre il presidente argentino Macri, è riuscito a stipulare un accordo commerciale con il Giappone di Shinzō Abe, Macri ha ringraziato il premier giapponese per l’apertura di prodotti argentini nella terra del Sol Levante, in particolare manzo e agnello della Patagonia.
Argentina e Giappone hanno concordato di dare slancio al multilateralismo e alle riforme del WTO (World Trade Organization) per ordinare e rendere trasparente il commercio globale. Il presidente Mauricio Macri ha incontrato anche il Segretario dell’IMF (international Monetary Found), Christine Lagarde e ha tenuto incontri bilaterali con i suoi omologhi di Stati Uniti, Corea del Sud, Australia e Cina.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha incontrato il suo omologo brasiliano, Jair Bolsonaro durante i vertici bilaterali, e gli ha chiesto di aver pazienza per la crisi politica in Venezuela. Intanto Argentina, Brasile, Canada e Cile, i paesi membri del Gruppo di Lima presenti a Osaka, hanno rilasciato una dichiarazione che condanna il “regime illegittimo” di Nicolás Maduro. il presidente del Cile, Sebastián Piñera, è intervenuto al G20 anche per condannare l’aumento delle politiche protezionistiche, a favore della modernizzazione del WTO. Al vertice si è discusso anche di sicurezza regionale, anche per altri casi oltre al Venezuela come l’Iran la Siria, l’Ucraina e la Corea del Nord.
Per Bolsonaro il G20 di Osaka è stato molto duro dal punto di vista diplomatico e non solo. Il viaggio verso la cittadina giapponese era iniziato male a causa dell’episodio che ha coinvolto l’aereo di riserva della presidenza su cui erano presenti 39 chili di cocaina, trasportati da un militare catturato dalle autorità spagnole. Inoltre lo smacco diplomatico di Angela Merkel nei confronti di Bolsonaro con una dichiarazione sulla situazione drammatica dell’ambiente e dei diritti umani in Brasile, hanno reso impegnativo il resto del vertice per il presidente brasiliano.
All’interno del summit si sono riuniti anche i paesi BRICS (Brasile, Russia, India Cina, Sudafrica), che hanno riaffermato il loro impegno nei confronti del WTO e del multilateralismo. Anche l’Argentina è vicina a paesi come la Cina, la Francia, il Giappone, il Canada o la Germania, per promuovere il WTO di fronte al protezionismo di Donald Trump.
Per Macri l’avvicinamento alla Cina non significa raffreddare le relazioni bilaterali con Washington. Per quanto riguarda la Russia ha raggiunto un accordo con l’Arabia Saudita per prorogare di 6 o 9 mesi l’accordo per ridurre la produzione di petrolio. Ricordiamo che l’1 e il 2 luglio a Vienna i paesi membri dell’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries) si incontreranno per discutere dell’accordo.
Il G20 di Osaka ha indebolito il peso diplomatico delle 2 maggiori economie dell’America Latina, Brasile e Messico. La mancata presenza di Obrador al G20 come forma di protesta contro le politiche migratorie di Trump ha dimostrato incoerenza a proposito della necessità del dialogo tra paesi. La stessa questione vale per Bolsonaro, che ha modificato le sue posizioni intransigenti sul clima a favore dell’accordo commerciale tra Mercosur e l’Unione europea. L’Argentina di Macri invece è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi commerciali mantenendo saldi i rapporti con le due superpotenze. Stati Uniti e Cina, hanno concordato a Osaka una tregua nella loro guerra commerciale.