G7. Trump accomodante domina il vertice mentre gli altri leader pagano la recessione

di Alberto Galvi

Si è svolto nei giorni scorsi a Biarritz in Francia il vertice informale del G7 alla presenza dei leader dei principali paesi industrializzati: Stati Uniti, Francia, Canada, Germania, Giappone, Italia e Regno Unito. Il presidente della Francia, Emmanuel Macron e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno lavorato insieme per la buona riuscita del vertice.
La prima questione che il presidente Macron ha messo sul tavolo in questo summit è stata a quella degli incendi che hanno colpito la foresta Amazzonica, in quanto la Francia è uno dei 9 paesi di cui la foresta pluviale fa parte, grazie al dipartimento d’oltremare della Guyana francese. Il presidente transalpino ha inoltre accusato Bolsonaro di aver mentito sugli impegni assunti durante l’ultimo G20 in campo ambientale, e quindi si opporrà alla firma dell’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Mercosur.
Bolsonaro ha invece accusato il presidente francese per la sua decisione di includere la questione nell’agenda del G7 e lo ha accusato di voler interferire con la sovranità del Brasile. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk ha messo in dubbio la ratifica dell’accordo tra l’Unione europea e il Mercosur se il presidente del Brasile, Bolsonaro, non contrasterà gli incendi nell’Amazzonia, mentre la Finlandia ha proposto restrizioni alle importazioni di carne dal Brasile.
Un altro importante argomento di cui si è dibattuto al G7 è la controversia dei dazi commerciali con gli Stati Uniti. I leader dei paesi più industrializzati vogliono cambiare in profondità il WTO (World Trade Organization). A Trump è stato chiesto dagli altri partecipanti al summit di frenare la guerra commerciale con la Cina perché favorisce la recessione dei loro paesi. Il primo ministro britannico Boris Johnson, sta cercando un accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito, anche se la soluzione resta improbabile fino a quando non si è risolta con l’Unione europea la questione della Brexit.
Il presidente del Consiglio europeo Tusk ha avvertito gli Stati Uniti che l’Unione europea difenderà gli interessi commerciali dei suoi paesi membri. L’avvertimento di Tusk è arrivato in seguito alla minaccia di Trump di imporre tariffe sul vino francese. La polemica è nata dopo l’approvazione da parte della Francia della cosiddetta GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon), una legge che obbliga le grandi società del web a pagare un’imposta del 3% sul loro fatturato.
Per quanto riguarda le regole commerciali tra i paesi nordamericani, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro canadese Justin Trudeau hanno affermato che i due paesi allargheranno il loro accordo commerciale una volta concluso l’USMCA (United States–Mexico–Canada Agreement). I negoziati sono definitivi ma l’accordo non è stato ancora ratificato dal Congresso degli Stati Uniti. L’USMCA sostituisce il NAFTA (North American Free Trade Agreement).
Sul fronte del Pacifico, gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo di intenti col Giappone di Shinzo Abe su un’intesa commerciale che verrà firmata a settembre durante l’Assemblea dell’UN (United Nations). Nel gennaio 2017 Trump si era ritirato dal TPP (Trans Pacific Partnership).
Dopo il ritiro nel 2018 degli Stati Uniti, gli altri 11 paesi del TPP, incluso il Giappone, avevano già firmato un accordo commerciale, come paracadute contro il crescente protezionismo voluto da Washington. La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina aiuta invece paesi come il Vietnam e il Messico nelle loro esportazioni.
Al vertice del G7 Germania e Francia hanno proposto un nuovo partenariato con l’Africa, e una nuova missione sostenuta dall’UN nel Sahel. I paesi di quella regione sono: Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger. Macron ha anche invitato al vertice Senegal, Egitto, Sudafrica e Ruanda per dibattere di faccende africane. Su una nuova missione finanziata dall’UN nel Sahel, gli Stati Uniti hanno già espresso forti dubbi.
A latere del G7 il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif si è incontrato domenica scorsa con il presidente francese Macron per creare le condizioni e discutere di ciò che verrà dopo la scadenza dell’accordo sul nucleare iraniano.
Inoltre l’autoproclamato presidente venezuelano Juan Guaidó, con una lettera ai partecipanti al vertice, li ha invitati a dibattere della crisi venezuelana con gli ambasciatori di Russia, Cina e Cuba. Ricordiamo che questi paesi sostengono Nicolás Maduro che rimane illegalmente al potere. Nelle altre zone di crisi per esempio la Libia, il summit sostiene un cessate il fuoco duraturo, mentre nelle settimane successive Francia e Germania terranno un nuovo vertice in Normandia per cercare delle soluzioni al crollo della vicenda Ucraina. Infine i membri del G7 chiedono alle parti in causa di evitare violenze a Hong Kong.
Nonostante l’unità di intenti che i leader del vertice hanno dimostrato in questi giorni, ci sono state delle differenze di opinioni su alcune questioni come le regole del commercio internazionale, il programma nucleare iraniano e gli incendi in Amazzonia. I partecipanti al summit hanno anche promesso di finanziare 20 milioni di dollari per inviare aerei militari a spegnere gli incendi nella foresta pluviale, anche se Bolsonaro ha già respinto tutti i loro aiuti. Per il rimboscamento dell’area i leader dei paesi più industrializzati hanno posticipato a settembre le decisioni da prendere durante l’Assemblea generale dell’UN.
Il prossimo G7 si volgerà negli Stati Uniti dove molto probabilmente Trump inviterà la Russia tra i maggiori paesi industrializzati. In questo vertice non si è deciso nulla di importante perchè la maggior parte dei leader erano in deficit di consenso, coi propri paesi in recessione, e quindi sarebbe stato difficile per loro prendere delle decisioni autorevoli a lungo termine.