Gb. Disputa post Brexit con la Francia sulle licenze dei pescherecci

di Alberto Galvi

Il Regno Unito ha avvertito i pescherecci francesi da traino di rispettare l’accordo post-Brexit prima di operare nelle sue acque intorno isole autonome del Canale di Jersey e Guernsey, che dipendono da Londra dal punto di vista politico, per la difesa e gli affari esteri.
Per operare i pescatori dell’Ue devono richiedere nuove licenze, a meno che non possano dimostrare di aver già operato in quelle acque prima della Brexit. La Francia afferma che molte licenze sono state respinte o attendono l’approvazione, ribattendo che le azioni di Londra violano l’accordo post-Brexit.
Alla Francia manca quasi il 50 percento delle licenze a cui ritiene di aver diritto. Il Regno Unito afferma di aver comcesso complessivamente il 98 per cento delle licenze di pesca alle barche Ue, tra cui quelle per operare in acque più lontane situate nella sua Zee.
Tra Francia e Regno Unito sussistono numerose tensioni che vanno dal problema dei migranti, che dal nord della Francia vogliono attraversare la Manica e raggiungere il Regno Unito, fino alla più recente crisi aperta da Londra sulla negoziazione di un accordo per fornire l’Australia della tecnologia per i sottomarini nucleari, a discapito di un accordo con la Francia per i sottomarini convenzionali.
Proseguono intanto le trattative sulla controversia tra il Regno Unito e la Commissione Europea. Dal 2 novembre Parigi bloccherà i pescherecci britannici nei porti, inasprirà i controlli doganali e sanitari sulle merci britanniche e imporrà il divieto di sbarco dei frutti di mare, a meno che nel frattempo non venga raggiunto un accordo accettabile.
Le autorità francesi hanno anche posto sotto sequestro un peschereccio britannico con l’accusa di operare nelle sue acque territoriali senza licenza e ne hanno sanzionato un altro, causando una crisi diplomatica tra i due paesi con la convocazione dell’ambasciatore francese a Londra.
Da parte britannica è stato ripetutamente negato di aver agito ingiustamente sul rilascio delle licenze, sostenendo invece che le azioni minacciate dalla Francia sono incompatibili con l’accordo di recesso e con il diritto internazionale.
La disputa fra i due Stati dal punto di vista dei numeri non intacca le loro economie, anche se la pesca fornisce un notevole contributo alle comunità costiere di entrambe le nazioni.