Ghana. Prossimo il rifinanziamento del debito pubblico

di Valentino De Bernardis –

tekper seth emanuelDopo il voto favorevole ottenuto in parlamento lo scorso dicembre, il governo ghanese sembra ritenere che siano maturi i tempi per la quinta emissione di Eurobonds (molto presumibilmente tra luglio e ottobre 2016), a darne indirettamente conferma è stato il ministro delle finanze Seth Emmanuel Terkper. Un passo necessario sia per cercare i fondi necessari al finanziamento della spesa pubblica, ma altresì per procedere al rimborso dei primi Eurobonds emessi dal paese che andranno a maturazione ad ottobre 2017 (per un totale di $531 milioni). La decisione governativa è giunta al termine di un serie di incontri che lo stesso ministro Terkper e il governatore della banca centrale Koffi Wampah hanno tenuto ad aprile con potenziali investitori in Inghilterra e Stati Uniti.
Si tratta ora di capire quanto potrà essere il tasso di interesse richiesto dal mercato al paese africano, che oltre ad una situazione politico-economica interna difficile già di per sé, sarà zavorrato anche da una ripresa economica mondiale che stenta a decollare. Durante l’ultima emissione dell’ottobre 2015 il governo di Accra ha dovuto staccare una cedola del 10,75% per la raccolta di $1 miliardo a scadenza quindicinale (rimborsabile in tre rate da $333 milioni nel 2028 e 2029, e $334 milioni nel 2030), bel lontano dall’8,50% pagato durante la prima emissione di Eurobonds del 2007 (per $750 milioni).
Pur essendo impossibile prevedere esattamente oggi quali saranno i tassi di interesse che il paese si troverà a pagare in futuro, si possono facilmente individuare quali saranno i fattori che ne influenzeranno il risultato finale:
Elezioni politiche. A novembre 2016 nel paese si terranno le elezioni generali per il rinnovo delle maggiori cariche istituzionali (presidenza della repubblica e parlamento), dall’esito quanto mai incerto, sulla falsariga di quanto avvenne nel 2012. La nascita di un parlamento frazionato, e fortemente polarizzato, potrebbe mettere a rischio l’attuazione di un programma di riforme strutturali che il Ghana non può più permettersi di rimandare. D’altra parte la storia del paese, e la tradizionale stabilità politico-istituzionale ghanese lascia ben sperare sulla governabilità nel medio periodo, anche in casi di un risultato elettorale poco netto.
Crisi Economica. Il peggioramento dei dati macroeconomici di Accra, come rilevato dal Fondo Monetario Internazionale con un debito pubblico in crescita dal 66,1% del Pil nel 2014 al 72% nel 2016, e un tasso di inflazione a due cifre (15,6% nel 2016), sommato dalla crisi del prezzo delle materie prime da cui il paese è dipendente (oro, cacao ed idrocarburi) rappresentano un ostacolo difficilmente superabile nel brevissimo periodo.
Supporto esterno. Un importante sostegno al Ghana nell’attuale congiuntura negativa potrebbe essere rappresentato dall’azione congiunta dei maggiori partner sia in termini di commercio e di investimento (Stati Uniti, Regno Unito e Cina), che dalle istituzioni internazionali multilaterali. Tra questo un ruolo di primo piano lo sta già giocando il FMI, che ad inizio 2015 aveva sottoscritto un programma di Extended Credit Facility (ECF) della durata di tre anni con il governo di Accra, per un totale di circa di $918 milioni, per rilanciare l’economia nazionale.
La combinazione di queste tre variabili endogene ed esogene alla nazione avrà un peso determinante sullo sviluppo ghanese nel medio termine, e per le sorti del governo che si insidierà dopo le elezioni autunnali. Rimane da capire quanto sia sano rifinanziare il debito sovrano con l’emissione di un nuovo debito, ma questo è un altro discorso, per ora non ci rimane che restare alla finestra e capire come andrà l’emissione dei quinti Eurobonds Made in Ghana.

Nella foto: il ministro dell’Economia del Ghana Seth Emmanuel Terkper.

@debernardisv
Le opinioni espresse in questo articolo sono a titolo personale.