Gli Usa riprendono i finanziamenti all’Unrwa. Il premier palestinese Shtayyeh, ‘pronti alle relazioni con Washington’

di Mohamed Ben Abdallah

Il governo Usa ha deciso di ripristinare i finanziamenti all’Agenzia Onu per i rifugiati (Unrwa) e per lo sviluppo di Cisgiordania e Gaza. Ne ha dato notizia il segretario di Stato Antony Blinken, il quale ha spiegato che 150 milioni di dollari saranno inizialmente destinati all’agenzia dell’Onu, 75 milioni di dollari andranno in aiuti per sviluppare progetti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, mentre 10 milioni di dollari saranno utilizzati per favorire la pace e la sicurezza. Oltre a contribuire alla lotta alla pandemia di coronavirus, lo scopo degli Usa è quello di promuovere “prosperità, sicurezza e libertà” sia per gli israeliani che per i palestinesi, ovvero per favorire la soluzione dei “Due stati” ed arrivare alla gestione del conflitto israelo-palestinese.
Nel 2018 Donald Trump aveva tagliato i fondi Usa all’Unrwa perchè i palestinesi si erano ritirati dal tavolo delle trattative ma, come in molti hanno osservato, lo scopo reale era punire l’Onu per non aver riconosciuto Gerusalemme capitale di Israele. Trump avrebbe voluto entro la fine del suo mandato la concretizzazione del piano Kushner, il quale avrebbe previsto (e prevede tutt’ora) la nascita della “Nuova Palestina”, uno stato la cui sicurezza sarebbe stata tuttavia depotenziata in quanto nelle mani di Israele, anche se con Gerusalemme capitale di entrambi gli stati. Vi sarebbe stata tra le varie cose la costruzione di un ponte di 30 km per congiungere Gaza alla Cisgiordania, ma già il premier Benjamin Netanyahu si era spinto oltre dichiarando di voler annettere la valle del Giordano, costringendo di conseguenza alla sete i palestinesi.
Il premier palestinese Mohammad Shtayyeh ha espresso soddisfazione per la decisione degli Usa di riprendere gli aiuti economici all’Unrwa, e ha chiesto all’amministrazione Usa di lavorare con il Quartetto di Pace per “aprire un nuovo orizzonte politico in direzione della liberazione della Palestina nei confini del 1967 con Gerusalemme Est capitale”. Ha poi aggiunto che “Non guardiamo solo alla ripresa degli aiuti, ma all’istituzione di forti relazioni politiche con gli Usa”.
Duro invece l’ambasciatore israeliano a Washington Gilad Erdan, il quale ha fatto sapere che “Ho espresso il mio disappunto alla decisione di rinnovare i finanziamenti senza prima assicurarmi che alcune riforme, tra cui la rimozione dei contenuti antisemiti dal suo curriculum educativo, siano attuate”.