Google molla Hawei: o si sta con Trump o contro di lui

di Guido Keller

Il presidente Usa Donald Trump resta irremovibile: Huawei, il colosso cinese che si occupa delle infrastrutture strategiche delle telecomunicazioni, in particolare la rete 5G, utilizza le sue tecnologie per spiare aziende, apparati governativi ed utenti. Ed ormai si sa che chi non è con lui è contro di lui, e già nel novembre scorso c’è stato “l’invito” della Casa Bianca ai paesi alleati e alle aziende statunitensi di non servirsi della telefonia Huawei.
Così oggi Google ha deciso di sospendere ogni rapporto commerciale con l’azienda cinese fondata e guidata da Ren Zhengfei, una deflagrazione atomica che investe gli utenti del secondo marchio di cellulari al mondo in quanto utilizza Android ed i servizi di Google ad esso connessi, si pensi a Gmail a Maps, YouTube e Chrome. Gradualmente, forse nell’arco di un anno, i consumatori non riceveranno più gli aggiornamenti che garantiscono performance e protezioni, per quanto Google abbia comunicato in una nota che “gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti”. Di certo i nuovi cellulari Huawei non potranno istallare i pacchetti di Google.
I produttori di cellulari che istallano Android, sviluppato da Google, ed i servizi Google pagano all’azienda statunitense fiumi di denaro, ma l’alternativa sarebbe stata quella di mettersi contro la Casa Bianca, con un presidente costantemente imprevedibile e soprattutto determinato.
Per l’agenzia Bloomberg presto seguiranno l’esempio anche altri importanti colossi che producono chip e microchip, da Intel a Qualcomm, da Xilinx a Broadcom, effetti di una guerra commerciale e tecnologica che a quanto pare non si limita al marasma dei dazi, e che di fatto rischia di azzoppare seriamente la seconda economia del pianeta.
Alla Huawei non resterà altro da fare che inventarsi un proprio sistema operativo più valido di quelli di poco conto messi insieme ad oggi dalle aziende cinesi, e già da qualche mese si parla del sistema Kirin Os, di cui ancora si sa poco o nulla, se non che difficilmente potrà essere competitivo sul mercato.
A Pechino si stanno studiando contromisure, l’iPhone è prodotto in Cina e potrebbe esserne bloccata la produzione, oppure potrebbero essere colpiti altri settori, ma lo scenario è ancora in divenire e comunque si annuncia catastrofico per il mondo tech e non solo.