Gpj, ‘Numero record di giornalisti imprigionati’

di Shorsh Surme

In una comunicazione il Comitato per la Protezione dei giornalisti (Committee to Protect Journalists – CPJ) ha riferito che il numero di giornalisti incarcerati in tutto il mondo nel 2020, cifra che è salita a un livello record.
“Ci sono 274 giornalisti in carcere in relazione al loro lavoro, superando il massimo di 272 raggiunto nel 2016”, si legge nel rapporto, dove viene sottolineato che si tratta del numero più alto registrato sin da quando si è iniziato a raccogliere i dati.
L’organizzazione con sede a New York ha indicato che questo aumento è dovuto in gran parte all’atteggiamento dei governi che cercano di limitare la libertà con la scusa della pandemiadi coronavirus.
I paesi maggiormente convolti di questi arresti arbitrari sono Cina, Turchia, Egitto e Arabia Saudita, Iraq e Iran. In quest’ultimo 5 giorni fa hanno impiccato il giornalista dissidente Ruhollah Zam. Questi era stato accusato di aver fomentato le violenze in occasione delle proteste antigovernative avvenute fra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, durante le quali rimasero uccise almeno 30 persone
Anche in Iraq uomini armati non identificati hanno assassinato alcuni mesi fa il corrispondente del canale di al-Dijla Ahmad Abdul Samad e il fotografo Safaa Ghali mentre cercavano di documentare le proteste popolari nella città meridionale di Bassora, ricca di petrolio.
Gli iracheni piangono questi operatori assassinati, colpevoli soltanto per aver svolto la loro mansione quello di divulgare la rabbia dei loro cittadini.
A metà settembre un gruppo di difesa della libertà di stampa con sede nella regione del Kurdistan Irq. ha invitato i governi regionali e federali e tutte le organizzazioni internazionali a proteggere i lavoratori del gruppo di al-Dijlah che erano stati costretti a fuggire nella regione del dopo aver ricevuto minacce di morte.
Secondo il direttore esecutivo del CPJ Joel Simon, “è scioccante e spaventoso vedere un numero record di giornalisti imprigionati nel mezzo di una pandemia globale”.