Guerra commerciale con gli Usa: alla Cina conviene l’elezione di Trump?

di Francesco Cirillo

Per la leadership cinese la riconferma di Donald Trump alla Casa Bianca sarebbe un enorme vantaggio per la Repubblica Popolare. Durante un evento di AWOS – A World of Sanctions (associazione con base a Verona che si occupa di analisi del rischio geopolitico, sanzioni economiche, export controls e restrizioni al commercio internazionale) sulla Cina e la guerra commerciale in corso con gli Usa, il prorettore del polo territoriale cinese del Politecnico di Milano Giuliano Noci ha affermato che “I cinesi gradirebbero molto una riconferma di Trump, perché Trump è impreparato e divisivo, divide anche l’Europa e un’Europa divisa è un boccone più agevole per la Cina”.
Nel panel diretto da Paolo Quercia, direttore del comitato scientifico di AWOS e docente di studi strategici all’Università di Perugia, il prorettore Noci ha analizzato diversi aspetti dello scontro tra gli Stati Uniti e la Cina, dalle tensioni geopolitiche a quelle tecnologiche, attraversando anche le elezioni presidenziali che si terranno a novembre 2020.
Per Noci una vittoria di Joe Biden recherebbe ai cinesi un forte svantaggio poiché non muterebbe l’atteggiamento statunitense nei confronti di Pechino, ma inizierebbe un percorso costruttivo e inclusivo nei confronti dell’Europa, che si trova in una posizione altamente fragile.
Noci ha messo in luce la volontà di Pechino di voler rispettare l’accordo commerciale ratificato a gennaio poiché, ha spiegato il prorettore, “la Cina sta cercando di sostenere l’accordo, con l’acquisto di soia e cereali, proprio perché ha interesse a sostenere Trump”, e per Trump l’accordo di gennaio sarà, vista la crisi Covid-19 ed economica che ha colpito il paese, l’unica carta da giocare in ambito economico per la campagna elettorale.
In questo momento, escludendo i risultati delle elezioni USA, le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina sono destinati ad aumentare e l’amministrazione Trump ha solamente accelerato un processo inevitabile. La competizione tra Washington e Pechino si gioca anche in ambito di supremazia tecnologica. Zeno Poggi, presidente di AWOS e CEO della società veronese ZPC, ha evidenziato l’impatto sulle imprese dell’attuale scontro USA-Cina affermando che “Le sanzioni economiche sono uno strumento di pressione geopolitica innegabilmente efficace e sempre più ricorrente nel commercio internazionale a partire dal 2016. Le relazioni tra USA e Cina saranno sempre più regolate dall’uso delle sanzioni, per cui aziende e banche italiane dovranno gestire i rischi e i meccanismi dell’export compliance nelle operazioni commerciali con soggetti ed entità anche in questo nuovo teatro di scontro”.