Guinea Bissau. Il nuovo presidente del paese è Umaro Sissoko Embalo

di Alberto Galvi

Al ballottaggio delle elezioni presidenziali in Guinea Bissau ha vinto Umaro Sissoko Embalo con il 53,55% dei voti, del partito di opposizione MADEM-15 (Movement for a Democratic Alternative). Ha sconfitto Domingos Simoes Pereira con il 46,45%, del partito di maggioranza PAIGC (African Party for the Independence of Guinea and Cape Verde).
Entrambi i candidati erano già stati primi ministri durante il mandato di 5 anni dell’ex presidente Jose Mario Vaz. Embalo, 47 anni, è arrivato secondo nel primo turno del mese scorso con il 28% contro il 40% di Pereira. Al ballottaggio di domenica scorsa Embalo ha vinto assicurandosi il sostegno degli altri principali contendenti.
Con la vittoria del leader dell’opposizione per la Guinea Bissau è arrivato il momento di cambiare la politica del paese, che è da troppi anni in crisi a causa del coinvolgimento dei politici negli scandali di corruzione e del narcotraffico. Embalo è un membro dell’etnia Fulani, ha studiato scienze sociali e politiche in Spagna e Portogallo, membro dell’esercito dal quale si è ritirato negli anni 90, successivamente ha lanciato un fondo di investimento istituito dall’allora governo libico di Gheddafi.
Il neo-presidente eletto ha promesso di modernizzare la Guinea-Bissau, una delle nazioni più povere del mondo. Tra le altre sfide che Embalo dovrà affrontare nei prossimi mesi, ci sono la lotta alla povertà e il traffico di stupefacenti, nonché l’instabilità del sistema politico, che è arrivato a un punto morto proprio sotto la presidenza di Vaz. L’instabilità politica ha danneggiato l’economia guineana, che dipende fortemente dagli anacardi, la principale fonte di reddito per oltre i 2/3 delle famiglie.
La Guinea-Bissau dalla conquista dell’indipendenza dal Portogallo nel 1974 ha una lunga storia di colpi di Stato militari e omicidi politici. Vaz è stato il primo presidente guineano a finire il suo mandato negli ultimi 25 anni, senza essere stato mai deposto o ucciso. Da quando è indipendente il paese africano ha visto negli ultimi 2 decenni 3 colpi di Stato, 1 guerra civile e gli omicidi di 1 presidente in carica e di 1 capo dell’esercito.
Secondo la costituzione guineana, l’Assemblea nazionale ha il diritto di designare il primo ministro, ma questo incaricato può essere licenziato dal presidente. Questa legge costituzionale sotto la presidenza Vaz ha portato alla paralisi la politica del paese. Embalo per vincere al ballottaggio ha avuto bisogno dei voti dell’ex presidente Vaz, il quale aveva ottenuto il 12% dei voti, quindi potrebbe diventare lui il nuovo premier.
Per il presidente Embalo le riforme prioritarie a livello economico saranno gli aumenti degli investimenti esteri nei settori agricolo ed energetico, che sono i 2 motori chiave dell’economia guineana. La maggior parte delle attività si concentrano nella capitale Bissau, nel resto del paese mancano invece gli investimenti. Lo Stato africano è inoltre ricco di materie prime come petrolio, miniere di bauxite e fosfati, ma la disoccupazione è estremamente elevata, nonostante la presenza di numerosi investitori stranieri provenienti da Cina, Stati Uniti, Portogallo e l’India.
Per il nuovo presidente della Guinea Bissau governare il paese non sarà facile, l’instabilità politica cronica ha portato a delle gravi conseguenze sull’economia guineana, rendendo i servizi pubblici inefficienti, in uno Stato che è diventato negli ultimi anni un hub strategico per il narcotraffico proveniente dall’America Latina verso l’Europa.