Guyana. Revocato l’accordo con Taiwan su pressione cinese

di Alberto Galvi

Il ministero degli Esteri di Taiwan aveva annunciato di aver firmato un accordo con la Guyana l’11 gennaio scorso dove ha aperto un ufficio, che di fatto è un’ambasciata dell’isola di Taiwan nel Paese sudamericano.
Pechino rivendica la piena sovranità su Taiwan, nonostante il fatto che le due parti siano governate separatamente da più di sette decenni e ognuno dei due paesi reputi l’altro secessionista.
La Cina sperava che la Guyana non si sarebbe impegnata in legami ufficiali e che avrebbe seriamente preso in considerazione delle misure per correggere quello che Pechino considera un errore, ed in seguito alla reazione cinese lo stesso giorno la Guyana ha rapidamente revocato la sua decisione e ha anche affermato che onorerà la politica della Cina unica.
Gli Usa sono preoccupati per l’aumento dell’influenza cinese in America Latina e nei Caraibi in un’area di influenza tradizionale per Washington. La Guyana ha tradizionalmente avuto stretti legami con la Cina ma ha recentemente iniziato a sviluppare riserve di petrolio offshore diventando terreno di scontro tra Usa e Cina.
Il Paese sudamericano è strategicamente situato vicino al Venezuela, dilaniato dai conflitti ma anche uno dei principali alleati cinesi con cui la Guyana ha una disputa territoriale.
Per anni la Cina ha imposto pressioni diplomatiche, commerciali e militari su Taipei, emarginandola dalla comunità internazionale. Per questa ragione la Cina sta testando il sostegno di Biden a Taiwan.
Taiwan ha solo relazioni diplomatiche formali con 14 Paesi: Isole Marshall, Nauru, Palau, Tuvalu, Belize, Guatemala, Haiti, Paraguay, Saint Kitts e Nevis, Honduras, Nicaragua, Santa Lucia, Saint Vincent, Santa Sede e Grenadine.
La Guyana è stata trasformata in un nuovo hub strategico nel settore energetico grazie ad un consorzio di compagnie petrolifere composto dalla cinese CNOOC Ltd, dalla Exxon Mobil Corp e dalla Hess Corp, che ha scoperto più di 8 miliardi di barili di riserve di greggio.
Al largo della costa del Paese sudamericano tra il 2015-2018 nel blocco di Stabroek sono stati scoperti ben 8 giacimenti petroliferi a una profondità d’acqua tra i 1.500 m e i 1.900 m.