Haiti. Inaugurata a Mare-Rouge la nuova sede di Aksyon Gasmy

L'intervento di Maddalena Boschetti, missionaria laica, durante la cerimonia.

Red

Il 3 dicembre 2021, giornata mondiale della persona disabile, si è tenuta a Mare-Rouge, una comunità nell’entroterra dell’isola di Haiti, l’inaugurazione della nuova sede di Aksyon Gasmy, centro di riabilitazione e di educazione speciale.
Queste le parole pronunciate da Maddalena Boschetti, missionaria laica durante la cerimonia.

“Monsignor Charles Peters Barthelus, vescovo di Port-de-Paix,
Rev.padre Lucson Eugene, parroco
Rev.padri concelebranti,
religiose e religiosi,
autorità civili, autorità giudiziarie, autorità di polizia,
voi tutti bambini di Aksyon Gasmy, voi che siete autorità nel Regno di Dio,
voi tutti fragili e deboli di qualsiasi età,
voi tutti sorelle e fratelli nella stessa fede in Cristo Gesù, Signore,
grazie per aver voluto essere presenti, anche a nome dei tanti cari amici che non hanno potuto essere qui con noi oggi per le difficoltà estreme che il paese presenta.

Noi tutti sappiamo di essere qui per vivere davanti al Signore un evento speciale: l’inaugurazione della nuova sede di Aksyon Gasmy, centro di riabilitazione e di educazione speciale, inaugurazione che abbiamo scelto di far coincidere proprio con la giornata mondiale della persona disabile.
In questo giorno speciale è per me una gioia ed un dovere prendere la parola per condividere con tutti voi alcune riflessioni, spiegando semplicemente cosa significa per noi tutti, responsabili di Aksyon Gasmy ed in particolare per me, missionaria italiana, questo evento e per ringraziare.
Tutti si meravigliano della bellezza della nuova struttura, tutti si accorgono dello sforzo economico per riuscire a realizzarla, tutti sanno che la realizzazione è stata fatta nel periodo più difficile, per il paese e per il mondo, della storia recente. Abbiamo iniziato la costruzione, benedicendo il primo pilastro, il 24 giugno 2019; dopo 3 mesi, a settembre, abbiamo dovuto affrontare la crisi del “peyi Lok”; subito dopo, a partire dal 19 marzo 2020, abbiamo subito tutto il peso del tremendo problema dell’epidemia del covid-19 in Haiti e nel mondo; in seguito tutti sapete che via crucis Haiti abbia percorso per arrivare al calvario di oggi. Quindi tutti si meravigliano e si chiedono come sia stato possibile tutto questo, chi ha avuto l’audacia di credere a questa realizzazione e perché proprio Aksyon Gasmy ha avuto il difficile privilegio di riuscire.
Innanzi tutto desidero affermare ben chiaro ed ancora una volta che è la Conferenza Episcopale Italiana, che ha scelto di aiutarci a costruire questa nuova sede. Sono quindi i vescovi italiani che hanno scelto di utilizzare per aiutarci i contributi a loro affidati dai fedeli italiani. E il mio desiderio è adesso dire grazie, ma anche cercare di spiegare perché lo hanno fatto, perché tutti possiamo riflettere e dire grazie al Signore insieme.
Ecco la mia spiegazione:
Questa realizzazione è una dichiarazione d’amore.
Questa realizzazione è una dichiarazione di rispetto e di fiducia.
Questa realizzazione è una dichiarazione di fraternità e condivisione.
È una dichiarazione d’amore a voi, bambini speciali, tanto amati da noi tutti, voi che non vedete, che non udite, che non parlate, che non riuscite a camminare o a muovere le membra, voi che non riuscite a comprendere e a farvi comprendere come tutti gli altri, ma che siete persone come tutti gli altri, ma siete anche “sorgenti d’Amore”. È una dichiarazione d’amore a voi da parte del Signore stesso, che vi ama senza limiti e sposta montagne di indifferenza e colma oceani di difficoltà per far giungere attraverso di noi, suoi poveri strumenti, la sua presenza amorevole. E’ una dichiarazione d’amore a tutti i bambini disabili, ai malati, ai sofferenti, ai più poveri, ai più fragili della società, agli ultimi, agli emarginati fatta dai fedeli e dai vescovi di un paese lontano -ma solo geograficamente- che nasce dalla loro scelta prioritaria di mettere i più vulnerabili al primo posto. E’ una dichiarazione d’amore di noi tutti, responsabili di Aksyon Gasmy, che per voi ci siamo impegnati e ci continuiamo ad impegnare con tutte le nostre forze.

E’ una dichiarazione di rispetto dei fedeli e dei vescovi italiani per i genitori dei nostri bambini e per tutti i disabili che non solo lottano per vivere, ma per essere rispettati e per far rispettare i propri figli, attraversando incomprensioni, derisioni e anche violenza. E’ una dichiarazione di rispetto e di fiducia per i membri di Aksyon Gasmy, che amano profondamente questi bimbi, che condividono con le loro famiglie i bei momenti ed i momenti più difficili e che hanno creduto e credono nel poter vivere la loro fede anche attraverso questa condivisione e dedizione. E’ una dichiarazione di rispetto e fiducia nel laicato, in particolare nelle donne, visto che i membri di Aksyon Gasmy sono tutti laici e tutte le attività vedono impegnate in maggioranza donne. Perché anche questo sguardo di rispetto e di fiducia sui laici e sulle donne è un valore, una ricchezza che la chiesa italiana condivide con noi qui.

E’ una dichiarazione di fraternità, di condivisione e di vicinanza, un abbraccio fraterno da chiesa a chiesa che continua negli anni. Dal 2003 al 2021 la chiesa italiana, in particolare la diocesi di Milano ha inviato nella diocesi di Port-de-Paix 5 sacerdoti fidei donum a condividere la ricchezza della fede; dal 2012 tre congregazioni italiane di suore hanno creato una comunità intercongregazionale a Mol per riuscire ad essere presenti nella nostra diocesi; la diocesi di Milano prima e successivamente quella di Genova, insieme ai padri camilliani di Torino, hanno inviato anche me, presente ad Haiti dal 18 luglio 2002 e a Mawouj dal 23 dicembre 2008, al servizio dei bambini disabili e malati dal primo giorno di missione; anche la Caritas Ambrosiana non è stata da meno: in collaborazione con l’ufficio missionario di Milano ha inviato dal 2010, anno del terremoto, ad oggi 14 operatori laici per collaborare con la corrispondente struttura Caritas di Port-de-Paix. Una scelta ben chiara, quindi, in questi anni difficili, di voler essere presenti nel paese non solo attraverso progetti o assistenza, ma con uomini e donne che condividano fede e vita.
Per favore, a tutti dico: quando guarderete il centro di riabilitazione e di educazione speciale e lo vedrete bello, non pensate che la ricchezza condivisa da chi ci ha aiutato sia quella del denaro speso per costruirlo. Le ricchezze condivise sono ben altre. Cercate di scorgere in questi spazi una dichiarazione d’amore, di rispetto e di fraternità dei fedeli e dei vescovi di una chiesa sorella che desidera condividere quelle che considera le sue vere ricchezze: lo sguardo d’amore verso i bimbi disabili e verso gli ultimi della società, il rispetto e la fiducia verso i laici e verso le donne e la presenza fraterna a fianco della nostra chiesa locale.
Per concludere questa condivisione desidero dire forte il mio GRAZIE, il grazie a nome di tutta la grande famiglia di Aksyon Gasmy: bambini, famiglie, amici, responsabili.
GRAZIE alla Chiesa cattolica, chiesa universale, madre nostra, in cui tutti abbiamo il nostro posto. Grazie a papa Francesco che ci conduce senza paura in questo momento così duro, che ci aiuta a vedere la luce in questo momento così oscuro, che prega, difende e desidera dar voce a tutti gli ultimi della terra.
Grazie alle chiese locali che inviano missionari e che li accolgono, sostenendosi nel cammino comune. Grazie perché Aksyon Gasmy che è una piccola, nuova realtà della società haitiana, è nata grazie a questa collaborazione. Grazie a mons. Barthelus, che ha accettato di venire oggi a celebrare la nostra gratitudine al Signore, grazie a mons. Paulo, che ricordiamo con grande riconoscenza, che ci ha seguiti ed incoraggiati e grazie a mons. Colimond, che ci conosce bene e ci assicura la sua preghiera; grazie anche ai vescovi italiani che ci hanno incoraggiato e seguito nel nostro cammino: mons.Tettamanzi, mons. Scola, mons. Delpini della diocesi di Milano, e anche mons. Angelo Bagnasco e mons. Tasca della diocesi di Genova; grazie a padre Antonio Menegon, padre Adolfo Porro e padre Joachim Cipriano, camilliani della provincia piemontese, per il rispetto, l’aiuto e l’amicizia con cui ci danno forza e custodiscono la nostra dedizione verso i bambini disabili ed i malati; grazie ai missionari che si sono avvicendati: p. Giuseppe Noli, p. Mauro Brescianini, p. Giuseppe Grassini, p. Claudio Mainini, p. Levi Spadotto. Ognuno di loro ci ha dato qualcosa che è rimasto in noi e nel nostro servizio. Grazie a tutti i sacerdoti di Mol, Bedeyen, Janrabel, Tirivye, Defoj, Kafilip, Kotfè, Mawouj che ci hanno aperto le porte delle loro parrocchie. Grazie ai sacerdoti che ci incoraggiano e pregano per noi ovunque siano. Grazie anche agli altri missionari qui nella zona del basso nord ovest che ci incoraggiano e consigliano: le suore di Gesù e Maria della comunità di Jean Rabel, -voglio ricordare qui con enorme gratitudine sr. Nazaret, mancata l’anno scorso, e sr. Isa. grande amica nostra e dei nostri bambini, uccisa a Port-au-Prince nel 2016- ; grazie alle Missionarie della Chiesa di Mol, alla comunità ….. di Tirivye; alla comunità di Mawouj delle Figlie della Saggezza, sempre disponibili a collaborare. Grazie ai padri salesiani, scalabriniani, alle piccole sorelle del Vangelo e a tutte le altre comunità religiose di Port-au Prince, che negli anni ci hanno conosciuto ed accompagnato.
In modo speciale grazie di cuore ai padri Camilliani e alle suore ministre degli infermi della comunità di Port-au-Prince che non ci fanno mai mancare il loro supporto per prodigare ai bambini malati le migliori cure dell’ospedale Foyer Saint Camille e la loro fraterna presenza al nostro fianco.
Grazie alla splendida equipe del centro di riabilitazione e di educazione speciale “Saint Germaine” – NPH di Port-au Prince, che dal 2010 ha aperto per noi le sue porte per dare formazione e consigli alle nostre fisioterapiste e ai nostri professori e ci continua ad accompagnare in grande amicizia.
Grazie all’Università di Genova che, attraverso suoi professori, ha accompagnato e formato i nostri fisioterapisti.
Grazie ai fratelli e sorelle haitiani, italiani o di qualsiasi paese, qualsiasi sia il loro ruolo, che ci danno fiducia e incoraggiano.
I miei ultimi ringraziamenti sono ancor più speciali…
Grazie ai bambini di Aksyon Gasmy. E’ grazie a loro che siamo qui oggi, tutti insieme a celebrare la grandezza del Signore. Il Signore li ha scelti per aiutarci a cambiare il nostro modo di capire la vita, per crescere in umanità ed in fede, ha dato loro il potere straordinario di aiutarci a cambiare i nostri cuori e le nostre comunità.
Grazie ai genitori dei nostri bambini. In questo momento di tristezza estrema e di sofferenza, sono uomini e donne come loro, che combattono per dare ai figli una vita migliore, che rappresentano l’Haiti più vera. Voi siete il cuore che batte di Haiti. Haiti è viva e vuole vivere e voi, con le vostre azioni cariche di umanità e di fatica lo proclamate più forte delle azioni violente di chi semina terrore e morte.
Grazie ai responsabili di Aksyon Gasmy. Con cui ho l’onore di condividere la vita, le scelte, la fatica, i momenti di gioia e quelli di sofferenza. E’ il Signore stesso che vi ha scelti. In voi ho fiducia. Voglio dirvi grazie con tutto il mio cuore.
E concludo con il grazie più importante. Grazie al Signore, onnipotente, che trasforma il deserto in mare profondo, che sceglie di fare cose impossibili attraverso uomini e donne imperfetti, per far comprendere che è Lui che agisce. Grazie al Signore che è un Dio vicino, che risponde sempre a noi, poveri che lo invochiamo e agisce nelle nostre vite, nei nostri giorni e che ama ognuno di noi senza limiti.
A Lui onore, lode, gloria oggi e sempre, attraverso l’intercessione di Maria, Madre Amata, Madre del Perpetuo Soccorso, che mai si stanca di proteggerci ed aiutarci, Lei, patrona della grande famiglia di Aksyon Gasmy e della nostra amata Haiti.

Ancora una volta desidero ringraziare. In modo speciale desidero dire grazie a voi che siete presenti. Solo chi vive nel paese può capire cosa vuol dire riuscire a vivere ad Haiti in questi giorni -e non solo in questi ultimi giorni, —da quanto tempo…- desidero ringraziarvi perché la vostra presenza è segno di una forte volontà di partecipazione, è segno di affezione e di rispetto. Noi, responsabili di Aksyon Gasmy, ci siamo chiesti se era opportuno celebrare oggi o se era più opportuno rimandare. Nonostante tutte le difficoltà e i disordini, nonostante l’insicurezza e le difficoltà di comunicazione, abbiamo scelto di osare, di proporre e di radunarci perché scegliamo di testimoniare che la vita è più forte. Desideriamo anche in questo essere portatori di speranza. Desideriamo dire che crediamo nel Signore della Vita, Lui che è venuto a portarci la vita in abbondanza. Crediamo che solidarietà e rispetto siano più forti del disprezzo e della violenza. Noi crediamo in Haiti, perché crediamo nelle persone come voi, i genitori dei nostri bambini, uomini e donne, che ogni giorno lavorano duro per dare cibo e vita ai propri figli. Qualche anno fa monsignor Colimond ci ha detto che Aksyon Gasmy è il cuore che batte della comunità di Mawouj. Oggi mi sento di dire che voi, genitori, giovani, uomini e donne di qualsiasi età, lavoratori infaticabili, siete il cuore che batte di Haiti. Haiti è viva. E’ viva perché voi fate onore alla vita ed in mezzo ad ogni miseria vi ergete più forti, carichi della piena dignità dell’essere umano. Non abbiate paura. Non perdete la speranza. Non dobbiamo avere paura. Non dobbiamo lasciarci derubare della speranza. Non dobbiamo sentirci soli. Piuttosto facciamoci forti della nostra fede nel Signore che protegge sempre i suoi figli e non stanchiamoci mai di fare il bene, di credere alla solidarietà e di costruire la pace intorno a noi”.