Il G7 è in realtà un “G6+1”. E sul rientro della Russia Conte sta con Trump

di Elisabetta Corsi

I sette grandi della terra si sono riuniti a Quebec City in Canada, primo appuntamento del genere per il nuovo premier italiano Giuseppe Conte, al quale è andata la calorosa stretta di mano del presidente Usa Donald Trump con un “Avete riportato una grande vittoria, sei il vincitore”.
Trump e Conte sono subito entrati in sintonia, ed il premier italiano è stato l’unico del gruppo a seguirlo quando ha lanciato l’idea di far rientrare la Russia di Vladimir Putin nella famiglia: “Sono d’accordo con il presidente Trump, la Russia dovrebbe rientrare nel G8. È nell’interesse di tutti”, ha twittato Conte già prima del vertice.
Da lì a poco l’altolà del capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker, per il quale “Dobbiamo salvaguardare i principi dell’Ue, tra i quali il fatto che gli stati europei, come la Russia, debbano rispettare le regole internazionali. Certo, dobbiamo riaprire il dialogo con Mosca, ma in altri modi”. Dello stesso avviso il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, il quale ha affermato in conferenza stampa che “Sono convinto che i paesi europei del G7 avranno la stessa posizione” anche sulla Russia, “magari non nei dettagli ma sulla linea generale”. Anche perché, ha continuato Tusk, “Non ci sono divergenze tra Italia e Europa”, e con Conte ho avuto un “buon incontro, amichevole”.
La Russia era stata estromessa dal “G” con l’annessione della Crimea e la conseguente crisi del Donnbas, nel 2014.
Sono tuttavia altri temi scottanti che hanno fatto apparire il vertice del G7 come un “G6 + 1”, con gli Usa che ormai parlano un’altra lingua su tutto, a cominciare dal tema dei dazi per arrivare all’annosa questione del nucleare iraniano, a quella dei cambiamenti climatici.
Canada, Giappone e Unione Europea sono finiti tutti nel mirino dei dazi sull’esportazione negli Usa di alluminio e acciaio, forse solo l’inizio di quella che potrebbe trasformarsi in una guerra commerciale. La cancelliera tedesca Angela Merkel starebbe pensando a un meccanismo per i rapporti commerciali fra le due sponde dell’Atlantico ed i paesi europei del G7 spingono per un documento di rispetto per le regole del Wto, ma Trump ha già fatto sapere di non essere interessato ed il tempo – lascerà prima il vertice per recarsi a Singapore in vista dell’incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un – lo aiuterà a svincolarsi delle pressioni degli altri membri del G7. Sulla questione Conte ha ravvisato la “conflittualità” in corso al vertice, ma la posizione dell’Italia al momento è quella “moderata”.
Gli altri temi caldi sul tavolo del summit sono la decisione di Trump di uscire dal trattato sul nucleare iraniano, il Jpcoa firmato nel 2015 anche dal predecessore di Trump, Barak Obama, per cui ha già fatto sapere l’intenzione di ritirarsi e di insistere con le sanzioni.
Quando se ne parlerà Trump sarà già volato verso oriente, un gesto se si vuole di poca considerazione nei confronti degli altri sei, e lo stesso discorso vale per gli altri temi per i quali il presidente Usa ha voluto la rottura, come i cambiamenti climatici.
Un argomento in agenda proposto dal padrone di casa, Justin Trudeau, è la discussione sull’equità di genere e la prosperità economica dei vari paesi, ma si parlerà anche della sicurezza delle donne che navigano in rete per il rischio di cyberstalking, email intimidatorie, commenti volgari, pornografia violenta, provvedimenti nei confronti di chi predica la violenza, un tema a cui tiene la premier britannica Theresa May.
Fuori dalla zona di sicurezza le consuete manifestazioni anti-summit, molti i dimostranti scesi in piazza ma al momento nessun incidente.