Il Maghreb verso l’Unione?

di Enrico Oliari –

Incontro mercoledì 8 febbraio a Rabat fra il presidente tunisino Moncef Marzouki ed il re del Marocco Mohammed VI, il primo dopo che, proprio dalla Tunisia, è spirato il vento della cosiddetta ‘Primavera Araba’.A quanto si è appreso, l’incontro fra i due capi di Stato si è svolto in un clima di cordialità, dove si è parlato di “due popoli davanti ad un futuro comune”.
Mohammed VI, nonostante sia considerato per tradizione discendente del Profeta e ‘Principe dei credenti’, è conosciuto per aver introdotto nel suo Paese riforme laiche, mentre Moncef Marzouki presiede una Tunisia che, liberatasi dalla dittatura laicista (e corrotta) di Ben Alì, ha visto l’affermazione del partito islamico-moderato Ennahda.“Da oggi abbiamo ripreso la strada giusta che è quella di far rinascere l’Unione di paesi del Maghreb arabo” – ha spiegato il presidente tunisino alla conferenza stampa di fine incontro, – “credo sia giunta l’ora di ridare vita ad un corpo che era morto”.
Il desiderio di dar vita all’Unione dei paesi del Maghreb sembra accomunare un po’ tutti i paesi interessati, tanto che solo pochi giorni fa il nuovo ministro degli Esteri del Marocco, Saad Eddine El Othmani, si era recato in Algeria per incontrare il presidente Abdelaziz Bouteflika e quindi proporre la stessa iniziativa. Il Marocco è paese membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu ed ha l’opportunità di svolgere un ruolo di mediazione fra la Tunisia e l’Algeria, vicini dai rapporti non sempre rosei.
L’Unione dei paesi del Margher comporterebbe il duplice vantaggio di offrire loro un peso maggiore nello scacchiere dell’area, specialmente nei rapporti con la vicina Europa, e nel contempo favorirebbe lo sforzo comune nella lotta alle formazioni estremiste, come Al Qaeda: nel primo caso restano da risolvere, per il Marocco, la questione delle exclave spagnole (1) e del Sahara Occidentale, mentre nel secondo il radicarsi degli estremismi verrebbe ad essere dannoso proprio per i governi islamici moderati.  
—–
Note:
1 – Le città di Ceuta e Melilla, la penisola di Peñón de Vélez de la Gomera e l’isola di Peñón de Alhucemas; anche le isole Chafarinas, sulla costa del Mediterraneo, 45 km ad est di Melilla, appartengono alla. Le Isole Canarie, al largo del lembo più meridionale della costa atlantica del Marocco, appartengono alla Spagna. Infine, l’isolotto di Perejil, uno scoglio disabitato presso lo stretto di Gibilterra, è tuttora disputato tra Marocco e Spagna.