Il Mercosur compie 30 anni. Tra qualche polemica

di Paolo Menchi

Nel corso di una conferenza virtuale tra i presidenti si sono svolte le celebrazioni dei 30 anni della nascita del Mercosur, l’organizzazione economica per il libero scambio composta da Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela (attualmente sospeso).
È stato l’uruguaiano Luis Lacalle Pou ad accendere la polemica, definendo il regolamento del gruppo “una zavorra” che non permette al suo paese di poter negoziare accordi economici con altri partner, determinando così la perdita di notevoli possibilità di sviluppo, ed ha chiesto modifiche nel senso di una maggiore flessibilizzazione.
È da tempo che i soci più piccoli si sentono schiacciati dalla potenza dei due grandi, Brasile e Argentina, e ritengono si non riuscire a ricavare apprezzabili vantaggi dall’accordo, mentre i due giganti si dividono gran parte del mercato intrazonale.
Inattesa per la sua scarsa diplomazia la riposta del presidente argentino Alberto Fernandez, da sempre contrario ad accordi al fuori del Mercosur, che ha invitato chi non è d’accordo e che ritiene che l’intesa sia troppo pesante ad andarsene e ad “abbandonare la barca”.
La posizione argentina è molto determinata a non abbassare i dazi esterni per non far diventare il Mercosur un semplice trattato di libero scambio di merci e non una vera e propria unione che in trent’anni ha avuto molti alti e bassi, non è mai riuscita a stringere accordi con l’Unione Europea per esempio, non sono entrati nuovi paesi a dare maggiore peso anche politico all’unione, ma che comunque ha raggiunto alcuni importanti obiettivi ed ora cerca un rilancio per evitare il fallimento definitivo.
Molto atteso a breve il probabile ingresso della Bolivia, al momento solo associato, che servirà anche a bilanciare il peso dei due paesi più grandi.
Il presidente brasiliano Bolsonaro non ha avuto modo di commentare la pesante risposta di Fernandez perché aveva già parlato prima ed aveva lasciato immediatamente la postazione.
Nel suo intervento Bolsonaro aveva lanciato un appello ai membri dell’organizzazione esortando alla necessità di attrarre investimenti stranieri abbassando i dazi verso l’esterno e continuando in una comune politica di negoziazione internazionale. Nessun accenno all’Ipotesi argentina di creare un osservatorio che verifichi le politiche ambientali e lo stato della democrazia all’interno del Mercosur, una proposta che sembrava fatta appositamente per mettere in difficoltà il presidente brasiliano, particolarmente vulnerabile sotto questi due punti di vista.
Il prossimo 22 aprile la conferenza avrà un seguito con quella dei ministri degli Esteri, mentre Fernandez ne ha proposto addirittura un terzo dedicato alla violenza sulle donne, ma pare non abbia trovato consenso tra gli altri membri.
Ovviamente non è mancato il riferimento al Covid 19, argomento di estrema gravità ed attualità, ma solo il presidente paraguaiano Mario Abdo Benitez ha utilizzato toni enfatici e preoccupati per sollecitare da parte del Mercosur un massiccio acquisto di vaccini, ritenendolo un atto di sopravvivenza.
A livello economico mondiale il Mercosur è molto rilevante perché raggruppa una popolazione di circa 300 milioni di abitanti e un’estensione territoriale di 15 milioni di chilometri quadrati; produce il 63% della soia mondiale, è il principale produttore mondiale di caffè, di mais, di ferro e di carne bovina e di pollo.