Il Pentagono “copia” la Marvel: allo studio una portaerei volante

di Luca Tolu –

c130Gli ultimi anni hanno dimostrato che i confini tra gli studios di Hollywood e i programmi di sviluppo di alcune agenzie del Pentagono sono piuttosto labili. In questa corsa all’innovazione tecnologica, ciò che fino a pochi anni fa era considerata fantascienza, sta diventando realtà. Uno degli ultimi casi, come nella saga cinematografica creata da George Lucas, è stato l’utilizzo a fini militari dei dispositivi laser, ormai diventato un dato concreto [1]. Come in Star Wars, un’arma può scagliare un raggio di energia verso un obiettivo bruciando il bersaglio e “friggendo” componenti elettronici sensibili nella versione di piccola e media intensità, e in futuro anche contro missili, droni e aerei nemici nella versione ad alta intensità e potenza.
Proprio come accaduto per Guerre Stellari, anche la Marvel Comics potrebbe diventare presto precursore di un’innovazione militare. La DARPA, agenzia statunitense che sviluppa nuove tecnologie in campo militare, sta infatti vagliando progetti per la costruzione di una portaerei volante, una versione non cinematografica del famoso Helicarrier [2] dei film “The Avengers” e “Captain America: The Winter Soldier”. I colossi privati della difesa e gli enti di ricerca hanno potuto trasmettere le proprie idee fino al 26 novembre con l’obiettivo di rendere operativo un primo prototipo entro i prossimi quattro anni. Nei segretissimi uffici della DARPA, in questo helicarrier_marvelmomento, sono quindi tenuti sotto chiave i progetti che daranno vita al primo Helicarrier nell’intera storia dell’aviazione.
Nonostante il progetto possa sembrare un mix tra follia e fantascienza, l’obiettivo è possibile oltre che strategicamente ragionevole. A differenza della colossale e irrealizzabile portaerei volante del film, l’Helicarrier allo studio della DARPA deriverebbe da versioni modificate degli aerei C-130 da trasporto, mentre il surplus tattico consisterebbe nel riuscire a lanciare e recuperare intere flotte di droni limitando le spese di trasporto in caso di operazioni in teatri distanti dalle basi militari.
Il problema del costo delle operazioni, sia nel caso dei velivoli UAV a pilotaggio remoto e sia dei caccia con pilota, è una questione molto sensibile che anche recentemente è stata oggetto di intenso dibattito data la riluttanza della Turchia a concedere le proprie basi per gli interventi contro lo Stato Islamico. Un veto che ha costretto i droni e i jet americani a lunghi e costosi tragitti con l’utilizzo della pratica del rifornimento in volo.
La strategia del Pentagono mira ad azzerare il problema politico delle reazioni dei governi e della società civile delle nazioni ospitanti le basi. Del resto, anche altri progetti ultra tecnologici sono funzionali a questi fini. I principali sono l’X-47B, un caccia a pilotaggio remoto, attualmente in fase di collaudo, in grado di decollare direttamente dalle portaerei, e l’avveniristico SR-72, un drone da ricognizione destinato ad entrare in servizio entro il 2030 che potrà toccare la velocità record di sette volte superiore a quella del suono consentendogli di raggiungere ogni area del globo in un ora di tempo.
Gli Stati Uniti continuano, in questo modo, ad adattare la propria grand strategy alle esternalità negative di un mondo che sta cambiando. In questo scenario la portaerei volante è semplicemente un piccolo tassello di un grande mosaico volto a mantenere intatta la supremazia militare americana.

[1] http://www.wired.com/2013/04/laser-warfare-system/
[2] http://www.foxnews.com/tech/2014/11/21/could-avengers-style-helicarrier-become-reality/

In Foto dall’alto in basso: un Lockheed C-130 Hercules e l’Helicarrier ideata dalla Marvel

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