Il premier ceco Necas incontra Monti

di Enrico Oliari –

Incontro a Roma tra il primo ministro ceco Petr Necas ed il presidente del Consiglio Mario Monti, dal quale sono usciti punti di vista comuni, ma anche divergenze d’opinione, come ha spiegato lo stesso Necas.
I “punti di vista molto simili e in qualche caso addirittura identici” sono, secondo il premier Ceco, l’austerità necessaria in tempi di crisi, la disciplina fiscale, il rigore economico e gli scambi commerciali in forte ascesa, mentre i due non hanno condiviso le due spinose questioni europee degli eurobond e del Fiscal compact, di cui Monti è un fermo promotore.
Scherzando, Necas, ha detto che “tra amici è normale che in molte cose si vada d’accordo e su alcune no”, ma la dissonanza su due temi così cruciali per il rilancio dell’economia in Europa è tutt’altro che marginale.
“A differenza dell’Italia – ha continuato Necas – guardiamo agli eurobond in modo estremamente scettico. Naturalmente, non essendo membri dell’eurozona non ci sentiamo in diritto di dare consigli, ma temiamo che l’introduzione di questo strumento possa comportare l’aumento dell’azzardo morale nei Paesi Ue e conseguentemente indebolire la volontà di fare le riforme strutturali che sono necessarie”.
Il premier ceco, che è espressione di una coalizione di centrodestra in picchiata di consensi per la politica economica fortemente rigorista, ha comunque detto che “se mai se dovesse passare questo principio non ci metteremo di traverso”.
La ricetta Necas per uscire dalla crisi è quindi improntata, oltre che sulla chimera della crescita, in particolare sull’austerità, per quanto impopolare: “un governo che desideri praticare la politica di responsabilità, di disciplina fiscale e di bilancio – ha spiegato –  è automaticamente esposto alle proteste e alle pressioni. Da questo punto di vista non credo ci siano differenze tra Praga e Roma”. (…) “L’Europa deve consolidare le proprie finanze pubbliche, deve ridurre il proprio indebitamento, deve mantenere la disciplina di bilancio: non può più vivere a scapito delle generazioni future, continuando a indebitare figli e nipoti. Occorrono riforme strutturali profonde, modernizzazione e competitività se non vogliamo diventare una specie di zona decadente dell’economia globalizzata”.
In materia di moneta unica il premier ceco ha poi rammentato l’impegno preso in occasione dell’adesione all’Unione di entrare in area euro, ma ha affermato che “allo stato attuale non siamo in condizione di adottare la moneta unica perché non rispettiamo tutte le condizioni stabilite dall’accordo di Maastricht e il rapporto deficit-Pil è superiore al 3%”, anche perché “la situazione dell’euro oggi è ben diversa da quella in cui noi stavamo valutando l’ingresso”.
“Sul Fiscal compact – ha aggiunto il premier della repubblica Ceca, paese che con la Gran Bretagna si chiama fuori – il nostro atteggiamento non è cambiato: abbiamo una serie di obiezioni concrete, soprattutto perché tra le regole generali non è stato incluso l’obbligo di tenere il debito pubblico a un certo livello”.