Il report sugli Ufo dei servizi statunitensi

di Giovanni Caprara

Fra indagini di circostanza e altre più accurate realizzate negli anni, i servizi statunitensi, in questa occasione, hanno voluto restringere l’azione solo sugli avvistamenti di oggetti volanti non identificati riportati dai militari. In particolare si sono concentrati su 120 contatti intercorsi in un arco temporale di 20 anni. Innanzitutto la sigla UFO, che appartiene all’immaginario collettivo, non è nei documenti ufficiali, ma sono stati denominati Unidentified Aerial Phenomena, UAP. Una scelta forse volta a depistare gli hacker curiosi in cerca di informazioni nei report classificati del governo statunitense. In ogni caso i risultati di questa indagine, che verrà resa nota il 25 giugno al Congresso, sembra non abbia prodotto risultati apprezzabili, in quanto le immagini e le testimonianze raccolte non sono definitive. Infatti, benché le riprese siano state registrate da velivoli militari con tecnologie avanzate, i filmati degli oggetti immortalati risultano sempre sfocati, come la maggior parte di quelle diffuse dai civili. Il report ha determinato che non è possibile affermare con certezza che gli UAP siano riconducibili a macchine extraterrestri, ma anche a mezzi tecnologici segreti statunitensi. È questo ultimo passaggio, anticipato dal New York Times, la chiave di lettura per comprendere il momento in cui è stato rivelato lo studio sugli UAP: il vertice Biden-Putin del 16 giugno. Gli UAP osservati sarebbero dei velivoli ipersonici con una straordinaria manovrabilità messi a punto da Russia e Cina.
La scelta di implementare i veicoli di rientro plananti ipersonici mostra un netto cambiamento nelle strategie dei paesi tecnologicamente avanzati, in quanto risponde alle nuove esigenze della conduzione di operazioni complesse in ambienti ad alta conflittualità. Il valore fra i vettori nucleari e ipersonici è comparabile come potenziale distruttivo, ma quelli tradizionali a testata nucleare possono essere intercettati, pertanto la deterrenza subisce una significativa diminuzione; per questo motivo lo sviluppo missilistico è dedicato ad un nuovo profilo di volo dei vettori, con la finalità di migliorarne la manovrabilità, l’accuratezza al bersaglio e l’avionica, ma soprattutto l’accelerazione che garantisce una elevata possibilità di sopravvivenza nel superare le bolle dei sistemi difensivi avversari. Ad esempio un missile da crociera a velocità ipersonica lanciato contro un’unità di superficie sarebbe difficilmente scoperto e tracciato dai radar, pertanto supererebbe quasi certamente sia le difese missilistiche che quelle di artiglieria imbarcata per la difesa di punto. Dunque un “Game-changer” nella deterrenza che sta evolvendo da quella nucleare alla ipersonica, e che renderebbe possibile una progressiva diminuzione degli arsenali nucleari in favore di vettori di precisione a lungo raggio, in grado di raggiungere e mantenere il regime ipersonico sino a 25mila km/h, ma soprattutto con una più imprevedibile traiettoria orizzontale e balistica. La capacità nella manovrabilità conferisce a questi missili ipersonici di poter cambiare velocemente la rotta e colpire un bersaglio diverso da quello pianificato nella missione iniziale. Questo si traduce nel comprimere i tempi di reazione dei decisori, i quali avrebbero un periodo brevissimo per comprendere la minaccia e rispondere all’offesa.
Le immagini riprese dai velivoli statunitensi denuncerebbero il ritardo nello sviluppo dei missili ipersonici occidentali e pertanto la preoccupazione del governo americano è nell’essere facile bersaglio dei contendenti storici. Perciò l’indagine sugli UFO si è trasformata nell’osservazione dello stato dell’arte dei mezzi militari avversari, e l’evidenza ottenuta ha innalzato il livello di allarme sulla sicurezza nazionale. È plausibile supporre che il summit fra i due capi di stato verterà anche sulla revisione della stabilità strategica orientata ai missili con elevate prestazioni, perché tale tecnologia è pensata esclusivamente in funzione offensiva.