Il Sudan bombarda i pozzi del Sudan del Sud: fine delle trattative di pace fra al-Bashir e Kiir

di Giacomo Dolzani –

Non ha avuto nemmeno il tempo di iniziare l’annunciato vertice tra Nord e Sud Sudan, previsto per il prossimo 3 aprile, che già è stato annullato su volere di Khartoum. L’incontro aveva lo scopo di appianare le divergenze tra i due paesi, riguardanti soprattutto le risorse petrolifere.
Già ieri infatti si erano verificati scontri a fuoco in diverse regioni al confine tra i due stati, confine che è stato da poco definito al summit di Addis Abeba: le schermaglie hanno aumentato la già alta tensione tra Nord e Sud.
L’atto più eclatante, e dalle conseguenze più gravi, è stato però compiuto oggi dall’aeronautica Sudanese che, questa mattina, ha bombardato alcuni impianti petroliferi nel Sud Sudan, notizia data dal governo di Juba tramite la tv araba Al Jazeera ed in seguito confermata dalla compagnia petrolifera GNPOC, operante nella regione.
Dopo aver portato a termine questi attacchi, Khartoum ha deciso di sospendere il vertice che doveva svolgersi a Juba il 3 aprile prossimo tra il presidente Sudanese Omar al-Bashir ed il suo omologo del Sud, Salva Kiir.
L’incontro era un importante tavolo di confronto sulla scottante questione petrolifera per le due parti; infatti il Sud Sudan, ricco di pozzi, non avendo sbocchi sul mare, è costretto a far transitare il greggio negli oleodotti di proprietà di Khartoum.
Le divergenze tra i due paesi sono nate quando il governo del Sudan ha imposto una tassa di su ogni barile di petrolio che fosse passato attraverso i suoi oleodotti, tassa che Juba è disponibile a pagare solo in parte (un dollaro al barile contro i trentadue richiesti da Khartoum).
Le schermaglie tra i due contendenti sono in corso da mesi ed erano cominciate con il sequestro da parte di Khartoum, di alcune navi battenti bandiera Sud Sudanese, ormeggiate nei suoi porti, in seguito ai mancati pagamenti di Juba che, in risposta, aveva deciso di interrompere l’estrazione di greggio dai suoi pozzi e quindi di danneggiare il Sudan.
Il tutto sembrava poi essersi risolto con il summit etiope ad Addis Abeba, in cui furono appianate diverse divergenze, ma dove rimase sospesa la questione petrolifera, rinviata ad un ulteriore vertice, che si sarebbe dovuto svolgere, appunto, fra pochi giorni.
Se prima la pace tra Nord e Sud sembrava lontana, oggi, dopo questi atti di guerra, sembra del tutto irraggiungibile.