Il supporto della NATO nell’azione di contrasto al Covid-19

di Andrea Grelloni * –

Il dilagare sistemico dell’epidemia del Covid-19 ha letteralmente paralizzato i paesi che sono stati colpiti più violentemente dal virus mettendo in crisi interi assetti sanitari, che si trovati a dover assistere in poco tempo migliaia di malati con i limitati mezzi disponibili, e costringendo i governi ad adottare misure di chiusura più o meno totali delle attività commerciali, al fine di contenere il contagio epidemico, con effetti devastanti sul quadro economico internazionale, ancora più gravi di quelli innescati dalla crisi finanziaria del 2008.
In questa situazione di grande criticità gli stati si sono messi in moto per reperire tutte le risorse necessarie, economiche, sanitarie ed umane, per far fronte con tempestività all’emergenza in atto, e nel farlo hanno attinto sia alle proprie capacità nazionali che ad aiuti pervenuti dall’esterno, provenienti da molteplici e diversificati canali.
La NATO, seppur istituita per scopi militari, non si è dimostrata inerte, ma si è mobilitata fin da subito per offrire il proprio contributo agli stati membri maggiormente in difficoltà, in particolare la Spagna e l’Italia, attraverso le apposite strutture di intervento concepite per fronteggiare situazioni critiche di questo tipo.
L’apporto sostenuto dalla NATO riveste principalmente carattere logistico ed organizzativo, consistente nel trasporto di equipaggiamenti medici e beni di prima necessità, nonché nell’installazione di strutture ospedaliere temporanee.
La prima delle misure messe in atto è stata l’attivazione del Centro di coordinamento in risposta ai disastri (Eadrcc – Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre), un meccanismo di emergenza dove convergono le richieste di soccorso dei paesi in difficoltà, le quali vengono poi trasmesse agli altri alleati per verificare la loro disponibilità nell’inviare gli aiuti necessari.
Inoltre, un’altra azione di risposta è stata l’impiego dei team dell’ Agenzia di supporto e approvvigionamento della Nato (Nspa – Nato Support and procurement Agency), delle unità specializzate nella costruzione di ospedali da campo e di attrezzature mediche.
In virtù di un accordo stretto con Eurocontrol, organizzazione europea di controllo del traffico aereo, la NATO ha potuto usufruire di linee aeree agevolate, così da rendere ancora più rapidi i trasporti da un paese all’altro.
L’intervento della NATO va però inquadrato in una visione geopolitica più ampia, serve dal punto di vista interno a mantenere salda la coesione dell’alleanza, dimostrando il proprio sostegno concreto, e dal punto di vista esterno a contrapporsi ai tentativi avanzati dalla Russia e dalla Cina di mostrarsi all’opinione pubblica quali principali soccorritori esterni dei paesi europei.
Una tale strategia rientra nella logica della guerra indiretta, la quale si basa sul ricorso a metodi, strumenti e tecniche di varia natura per condizionare la politica degli stati e trascinarli sotto la propria sfera di influenza.
In ultima battuta, si è visto come il Covid-19 ha evidenziato l’esigenza di elaborare un piano strategico di contenimento delle epidemie, paragonabili per il loro impatto alle armi di distruzione di massa, potendosi diffondere rapidamente su scala globale e mietere un numero sempre maggiore di vittime in base al grado di letalità del virus.
Pertanto, per il prossimo futuro la NATO dovrà rimodulare le proprie linee strategiche per dimostrarsi ancora più preparata ed efficace nel difendersi dalle minacce batteriologiche, perché dalla sua capacità di reazione dipende la sicurezza dell’area euro-atlantica.

* Analista di strategia militare ed esperto nelle tematiche attinenti la cooperazione internazionale e le politiche della NATO.