Incontro tra Davutoglu e Salehi: impegno per uno sforzo comune contro i curdi del PKK e del Pjak

di Enrico Oliari –

Si intensificano di giorno in giorno gli scontri tra i ribelli curdi del PKK (Partito curdo dei Lavoratori) e i militari dell’esercito turco sui confini nella provincia di Hakkari, nei pressi del confine con l’Iraq, in un crescendo di violenza che ormai ha superato le ‘fisiologiche scaramucce’ fra i soldati di Ankara ed i ribelli separatisti, i quali vivono in villaggi posti al di là del confine.
Già in estate elicotteri turchi avevano bombardato alcuni villaggi causando vittime fra i civili ed il 5 settembre scorso un gruppo di separatisti curdi aveva aperto il fuoco su un gruppo di militari che giocava a calcio, uccidendo sul colpo un ufficiale e sua moglie; sono tuttavia oltre 40mila le vittime che si contano dal 1984 ad oggi per quello che assume sempre più le sembianze di un vero e proprio conflitto.
Il 21 settembre i guerriglieri curdi avevano portato avanti attacchi multipli contro le basi turche poste lungo la linea di confine uccidendo 24 soldati ed immediata era stata la risposta di Ankara con caccia ed elicotteri inviati dalla base aerea di Diyarbakir, la principale città del Sud-Est anatolico, abitata da una maggioranza curda,  a bombardare diversi obiettivi in territorio iracheno.
L’agenzia filo-curda Firat News da parte sua ha riportato l’ingresso in Iraq di ‘un piccolo gruppo di soldati turchi’, cosa che ha confermato lo stesso governo di Ankara informando dell’invio di 22 battaglioni per un totale di 10mila soldati su 5 obiettivi, sia in territorio curdo che in quello iracheno.
I ministri degli Esteri di Turchia e di Iran, Ahmet Davutoglu e Ali Akbar Salehi, che si sono incontrati oggi ad Ankara per fare il punto della situazione, hanno ribadito la ferma intenzione dei due paesi di combattere i guerriglieri del PKK e del Pjak, considerandoli terroristi. Più precisamente i due hanno parlato di un ‘impegno con un approccio comune, che continuerà in modo molto forte’.
‘Lavoreremo insieme ad un piano di azione congiunto per liquidare completamente la minaccia terroristica – ha affermato Davutogli – poiché il Pkk costituisce una minaccia per i paesi e le popolazioni dell’intera regione rendendo inevitabile che gli Stati dell’area siano solidali fra loro’.
I due rappresentanti di Turchia ed Iran hanno poi confermato l’intenzione di istituire un alto comando comune  ad hoc ed hanno manifestato la piena intenzione di incontrarsi nel prossimo futuro per discutere anche di tematiche non direttamente attinenti alla questione curda.