INDIA. Versioni contraddittorie sui fatti che hanno portato all’arresto dei due marò italiani

di Guido Keller –

Si fa sempre più complicato il caso dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, arrestati e trattenuti a Kerala dopo i colpi sparati verso un’imbarcazione battente bandiera indiana, sulla quale sarebbero rimasti uccisi due pescatori.
Quello che sempre più assume i contorni di una crisi fra Roma e Mumbai, è un vero e proprio rompicapo per via delle notizie discordanti e delle contraddizioni che arrivano dalle stesse autorità indiane.
I due militari del Reggimento San Marco scortavano la nave italiana Enrica Lexie quando, lo scorso 15 febbraio, hanno sparato colpi di avvertimento verso un’imbarcazione che tentava di avvicinarsi alla nave in acque internazionali.
Stando a quanto hanno riferito le autorità indiane, i militari avrebbero volutamente centrato il peschereccio e quindi ucciso due dei pescatori che erano a bordo, non avrebbero fatto i previsti segnali luminosi di avvertimento ed avrebbero sparato una sessantina di colpi (16 stando ad altre fonti).
Secondo la versione dell’equipaggio del mercantile italiano e dei due diretti interessati, i colpi sarebbero stati diretti in aria, sarebbero stati una ventina e sarebbero stati fatti gli opportuni segnali luminosi.
Fra le due versioni vi sarebbero inoltre una serie di discordanze, fra le quali l’orario in cui si sarebbero svolti i fatti (vi è una differenza di 4 ore) e la posizione dei due natanti, data con una distanza di 5 miglia marine (circa 10 chilometri).
Inoltre sia il master del Lexie, che il comandante dell’unità militare a bordo, sostengono che il natante che si era avvicinato alla nave italiana era diverso da quello ufficialmente interessato sia per colore che per forma.
La situazione dei due militari arrestati è costantemente seguita dall’Unità di crisi della Farnesina e il ministro della Giustizia Fornero, intervistata da Lucia Annunziata per la trasmissione ‘In mezz’ora’ di Rai3, ha dichiarato che i due militari godono comunque dell’immunità prevista in quanto la nave, al momento del fatto, si trovava in acque internazionali.