Trudeau, ‘il Boeing dell’Ukraine Int. Airlines colpito da un missile iraniano’. Teheran ammette

176 i morti. Ma per gli iraniani è una ricostruzione ‘illogica’.

di Enrico Oliari

Nel quadro delle tensioni con l’Iran si inserisce il caso dell’aereo, un Boeinfg 737-800 dell’Ukraine International Airlines, schiantatosi al suolo poco dopo il decollo da Teheran lo scorso 8 gennaio provocando 176 morti.
L’incidente è avvenuto alle 6.14, ma 5 ore prima, all’1.20, gli iraniani avevano lanciato missili cruise e missili balistici su due basi statunitensi in Iraq, a Erbil, nel Kurdistan Irq., e ad al-Asad, nel governatorato di al-Anbar, nella parte centro-settentrionale del paese, ma oggi il premier canadese Justin Trudeau si è detto certo che il velivolo di linea sarebbe stato colpito per errore da un missile iraniano. “Abbiamo – ha spiegato Trudeau ieri – informazioni d’intelligence da diverse fonti, compresi i nostri alleati e la nostra intelligence. Le prove indicano che l’aereo è stato abbattuto da un missile iraniano terra-aria”, (…) “Queste informazioni rafforzano la necessità di una indagine approfondita”.
Le “fonti alleate” a cui si riferisce Trudeau sono ovviamente statunitensi, e si baserebbero su immagini riprese da satelliti spia che indicherebbero l’abbattimento del Boeing da parte di un missile.
Un’accusa respinta fino a ieri dalle autorità iraniane, con il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Abbas Mousavi che ha comunicato “l’avvio delle indagini sull’incidente nel rispetto degli standard internazionali e dei criteri dell’Icao”. “Abbiamo – ha aggiunto – invitato Ucraina e Boeing a partecipare, ma diamo il benvenuto anche agli esperti dei paesi di provenienza delle vittime, e li invitiamo a collaborare nelle indagini condotte dai tecnici iraniani”.
Il volo PS752 dell’Ukraine International Airlines trasportava 176 persone di cui 9 membri dell’equipaggio e, come aveva comunicato da subito il ministro degli Esteri ucraino Vadym Prystaiko, i 167 passeggeri erano 82 iraniani, 11 ucraini, 63 canadesi, 10 svedesi, 4 afgani, 3 tedeschi e 3 britannici.
E’ stata la guida spirituale della Repubblica Islamica dell’Iran, Ali Khamenei, ad ordinare la verità sull’accaduto una volta saputo come stavano le cose, ovvero che l’aereo di linea è stato colpito da un missile da difesa lanciato “per un errore umano”, il quale ha intercettato il velivolo carico di passeggeri e lo ha abbattuto. Il presidente Hassan Rohani ha comunicato via Twitter che “l’Iran si rammarica profondamente per questo errore disastroso”, ed ha garantito che le “indagini proseguiranno per identificare e perseguire” i responsabili di questa “grande tragedia” e “di questo sbaglio imperdonabile”.
Khamenei ha poi ripreso consigliando “vivamente al quartier generale di rimediare alle negligenze” affinché tali errori non si ripetano. Il comando delle Forze armate iraniane ha comunicato in una nota che vi saranno “riforme essenziali nei processi operativi per evitare simili errori in futuro”, e si è scusato presentando le condoglianze ai famigliari delle vittime della tragedia. Il ministro degli Esteri, Javad Zarif, ha provato a giustificare “l’errore umano” parlando di “momento di tensione causato dall’avventurismo degli Usa”,
A Teheran vi sono state manifestazioni pro vittime contro Khamenei, soprattutto di studenti, al grido di “dimettiti!”, “Il nostro nemico è qui, una bugia dire che sono gli Usa”, “riforma della Costituzione!”. In più momenti son intervenute le forze dell’ordine per disperdere i manifestanti.
Il portavoce della Commissione europea per i Trasporti, Stefan de Keersmaecker, ha auspicato “un’inchiesta indipendente e credibile, che si conformi alle regole dell’organizzazione dell’aviazione civile internazionale”, mentre il presidente ucraino Volodimir Zelenskij ha affermato che “alla luce di quanto riportato oggi dai media chiediamo ai partner internazionali, in particolare ai governi di Stati Uniti, Canada e Regno Unito, di mettere dati e le prove relative ai disastro aereo a disposizione della commissione di inchiesta” al fine di fare piena luce e di “stabilire una verità inconfutabile”.

L’ayatollah Ali Khamenei.