Iran. Jpcoa: Trump insiste con May. Rohani, ‘se ne pentiranno’

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Il presidente Usa Donald Trump insiste nel suo pressing sugli alleati per rimettere in discussione il Jpcoa, l’accordo sul nucleare iraniano siglato nel 2015 dal “5+1” (Russia, Usa, Cina, Gb, Francia + Germania), ed anche questa mattina ha chiamato al telefono la premier britannica Theresa May inserendo la cosa nel ventaglio degli argomenti discussi. Tra l’altro il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, incontrerà domani a Washington il collega statunitense Mike Pompeo per parlare anche dell’affossamento dell’accordo, che vede tra l’altro l’Iran averlo rispettat,o come riportato dall’Aiea. Al momento la posizione dell’Unione Europea appare compatta nel difendere quanto stabilito con Obama. Anche perché se gli Usa continuano ad avere chiusure reciproche con la Repubblica Islamica, vuoi per i fondi iraniani congelati negli Usa, diversi stati europei tra cui l’Italia hanno messo in piedi importanti rapporti commerciali con Teheran, un lavoro meticoloso che rischierebbe di andare in fumo nel momento in cui si dovesse tornale alla stagione delle sanzioni.
Il presidente iraniano Hassan Rohani ha affermato in televisione che “Se l’America lascerà l’accordo nucleare, presto vedrete che se ne pentirà come mai prima nella storia. Trump deve sapere che il nostro popolo è unito, il regime sionista deve sapere che il nostro popolo è unito”, con evidente riferimento a chi comanda sulla questione alla Casa Bianca, cioè il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Va infatti ricordato che Trump, sostenuto durante la campagna elettorale dalle potenti lobby sioniste Usa, ha sempre detto di voler buttare all’aria quanto fatto dal suo predecessore, tra cui l’accordo sul nucleare.
Netanyahu ha affermato che “Resteremo saldi contro l’Iran, bisogna bloccare sul nascere l’aggressività di Teheran. Siamo contrari ad uno scontro, ma se necessario è meglio prima che dopo”.
Mancano comunque pochi giorni alla prova dei fatti: il 12 maggio Trump dovrà far sapere se intende rinnovare la partecipazione degli Usa all’accordo o meno.