Iran. Nucleare: per gli Usa è pronto l’accordo, ma per Teheran restano aperti alcuni punti

di Enrico Oliari

L’accordo sul nucleare iraniano (Jpcoa) continua ad essere una chimera. Da fonti Usa, riprese dal Wall Street Journal, si è appreso che mancherebbero addirittura poche ore alla presentazione di un documento di intesa per il ripristino dell’accordo sul nucleare iraniano da cui sono usciti gli Usa di Donald Trump nel 2018, di fatto affossandolo. Una mossa alla quale la Repubblica Islamica, che si è vista ripristinare le sanzioni nella loro pienezza, ha risposto arricchendo l’uranio e costruendo centinaia di nuove centrifughe.
Da notare che fino all’iniziativa di Trump l’Agenzia atomica dell’Onu, l’Aiea, aveva potuto sempre certificare il rispetto pedissequo degli accordi da parte degli iraniani, ma il presidente Usa era chiamato a rispondere alle potenti lobby sioniste che ne avevano garantito l’elezione, ed il primo ad avere interessi per un Iran chiuso al mondo e magari disastrato dalle sanzioni è proprio Israele.
L’evoluzione delle crisi internazionali, comprese quella siriana ed ucraina, hanno tuttavia spinto il mondo verso una dimensione multipolare, con la Russia, la Cina e i paesi dell’Asia Centrale ben interessati a interfacciarsi e a fare affari con l’Iran.
La Repubblica Islamica si trova quindi nella condizione di essere interessata al ripristino dell’accordo sul nucleare e all’abolizione delle sanzioni, specie per l’esportazione di gas di cui è ricca, ma non ad ogni costo.
Tant’è che l’Irna, l’agenzia di stampa iraniana, ha ripreso oggi un alto funzionario iraniano secondo il quale continuano a restare aperti alcuni punti dell’accordo presentati da Teheran, per approvare i quali serve l’intesa di tutti i partecipanti.
Fanno parte delle trattative i “5+1”, cioè Usa, Gb, Francia, Cina, Russia + Germania (Ue) e Iran.