Iran. Sanzioni Usa: Italia al momento esente

Anche Grecia e Turchia, dove passerà il gasdotto al quale gli iraniani vogliono collegarsi.

di Enrico Oliari

L’Italia è fra gli 8 paesi che sono esentati, almeno per un certo periodo di tempo, dalle sanzioni Usa verso l’Iran. Per dirla in altri termini Washington non prenderà iniziative di ritorsione nei confronti dell’Italia (ma anche di Turchia, India, Cina, Giappone, Grecia, Corea del Sud e Taiwan) nel momento in cui continuasse ad avere relazioni commerciali con la Repubblica Islamica, specialmente per quanto riguarda l’import di prodotti energetici quali il gas e il petrolio.
Le sanzioni introdotte oggi da parte degli Usa avvengono dopo la decisione del presidente Donald Trump di ritirare il proprio paese dal Jpcoa, l’accordo sul nucleare iraniano sottoscritto nel 2015 dal “5+1” (Cina, Russia, Usa, Gb e Francia + Germania). Ciò nonostante l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, avesse confermato nei 12 rapporti realizzati dall’entrata in vigore dell’accordo il pieno rispetto delle regole da parte iraniana.
Per il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, l’Iran va portato a cambiare il suo atteggiamento, “deve agire come un Paese normale, o vedrà la sua economica sbriciolarsi”, ma la realtà è che dietro alla decisione Usa vi sono le lobby sioniste statunitensi che hanno saputo pesare in modo determinante nell’elezione di Trump, e lui in qualche modo oggi è preso al guinzaglio di Israele, nemico numero uno proprio dell’Iran.
Un atteggiamento isolato, quello di Trump sull’Iran, ma forse anche controvoglia, tanto che le eventuali ritorsioni non interessano, almeno per il momento, la Turchia, la Grecia e l’Italia, paesi dai quali passerà il gasdotto Bte/Tanap/Tap che porterà gas dall’Azerbaijan all’Europa, tubatura alla quale non da oggi gli iraniani vorrebbero collegarsi per esportare il loro gas. Anche perché più gas arriva da vie alternative, meno ne verrà dalla Russia, che è quello, forse, il vero nemico di Donald Trump.
Intanto però le sanzioni ci sono, eccome, e lo stesso Pompeo ha confermato che oltre 100 grandi compagnie internazionali hanno sospeso gli investimenti in Iran, come pure che le esportazioni di petrolio della Repubblica Islamica sono state drasticamente ridotte.
Non essendovi rapporti diretti con l’Iran, gli Usa cercano di condizionare il mercato degli altri paesi, ma gli altri firmatari del Jpcoa hanno già fatto sapere di non voler seguire Trump in questa strategia delle sanzioni.
E mentre nel paese mediorientale si susseguono le proteste, il presidente Hassan Rohani ha fatto sapere di essere disponibile al dialogo con gli Usa, ma ha anche avvertito che l’Iran “non ha problemi con i negoziati” finché l’altro partner “onora la propria parola e gli impegni”.
Cosa che gli Usa non hanno fatto ritirandosi unilateralmente dall’accordo sul nucleare iraniano.