Israele attacca obiettivi siriani per un razzo di dubbia provenienza

Forse una scusa per colpire il supporto iraniano e posizioni avanzate.

di Guido Keller

Nella notte elicotteri ed aerei israeliani hanno attaccato posizioni dell’esercito siriano prossime al confine del Golan, regione montagnosa strategica e ricca di risorse idriche occupata da Israele con la Guerra dei Sei giorni del 1966.
A provocare la reazione israeliana sono stati due razzi sparati dal territorio siriano verso il Golan, dei quali uno è caduto nel territorio siriano, mentre è finito nella regione occupata senza peraltro provocare danni.
La risposta israeliana ha portato alla morte di una decina di persone tra militari siriani e di altre nazionalità, presumibilmente iraniani e libanesi di Hezbollah: come ha comunicato l’esercito di Tel Aviv via Twitter, obiettivo del contrattacco sono stati due batterie dell’artiglieria siriana, una batteria di missili di antiaerea SA-2 nonché postazioni di avvistamento e di intelligence delle forze armate siriane sul versante siriano del Golan.
In realtà nell’area da cui sono stati sparati i razzi vi sono sacche di “ribelli” salafiti, difesi in passato dagli israeliani che non hanno esitato a sparare sui militari regolari siriani, per cui più che una risposta quella israeliana appare essere stata una scusa per colpire ancora una volta postazioni siriane vicine al confine e soprattutto il supporto iraniano alla Siria ed agli Hezbollah.
I siriani, già impegnati nella guerra nella regione di Idlib, difficilmente avrebbero interesse ad aprire un fronte a sud con Israele, paese i cu militari settimanalmente oltrepassano il confine per ricognizioni o lanciano droni spia, come quello abbattuto pochi giorni fa sui cieli siriani. Appare quindi debole l’enunciazione di oggi del premier israeliano Benjamin Netanyahu secondo cui “Non possiamo tollerare spari verso il nostro territorio e a essi reagiamo con grande forza”, ed “In seguito a quei lanci ho ordinato alle nostre forze di lanciare un attacco”.
Fatti simili a quello di oggi sono tutt’altro che rari, droni di Hezbollah, siriani o di Israele si incrociano sopra i confini dei due paesi come pure aerei di Tel Aviv colpiscono iraniani in Siria fin dall’inizio del conflitto. Lo scontro più acceso si è avuto nel febbraio dello scorso anno, quando l’intercettazione reciproca di droni aveva portato all’intervento dei caccia israeliani, che avevano bombardato la base T4 vicina a Palmira ed altri obiettivi vicino a Damasco, ma i siriani avevano sparato contro i caccia israeliani missili S-200 forse in una versione aggiornata e probabilmente missili AA iraniani, riuscendo ad abbattere un F-16, caduto poi in territorio israeliano, e danneggiando un elicottero Apache, il quale era stato costretto all’atterraggio in Libano.