Juncker e Trump scongiurano la guerra commerciale

“Zero dazi” per 830 milioni di persone, ma restano le perplessità per i prodotti geneticamente modificati

di Enrico Oliari

Parrebbe al momento scongiurata la guerra commerciale tra Usa e Ue, dopo che all’incontro a Washington del capo della Commissione Jean-Claude Juncker con Donald Trump è seguita un’intesa di massima.
La Casa Bianca stava preparando per l’Unione Europea la stessa strategia adottata per la Cina con lo scopo di colmare il divario commerciale che, secondo Trump, danneggerebbe fortemente gli Usa, tant’è che nei confronti dei produttori europei, esattamente com’era avvenuto per quelli cinesi, erano stati messi dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, con un impatto dello 0,3% sul Pil italiano. Falliti in un primo momento i tentativi di accordi, si era passati ad un ventaglio di prodotti su cui applicare le contromisure, ma a Washington è subito apparso chiaro che l’Ue non è la Cina e che la guerra di dazi avrebbe potuto danneggiare seriamente la produzione statunitense.
Così al termine del faccia a faccia Junker ha potuto annunciare che “Gli Usa hanno accettato di lavorare per ridurre le barriere commerciali con l’Unione Europea” e quindi, ha aggiunto Trump, arrivare a “zero tariffe, zero barriere commerciali, zero sussidi su beni industriali che non siano le auto”.
L’accordo è quindi sul fatto che si lavorerà per arrivare a tali obiettivi, Trump ha parlato di un “grande giorno per il commercio libero ed equo”, ma è certo che difficilmente gli usa avrebbero potuto tener testa a due guerre commerciali con due rispettivi blocchi, senza considerare che già ve ne sono di aperte con paesi “minori” ma incisivi per l’economia statunitense, come il Messico e il Canada.
Tra i temi trattati vi è quello del mercato della soia, che già l’Ue, come ha fatto la Cina, aveva annunciato di voler tassare: produttori e lavoratori della soia sono uno dei bacini elettorali di Donald Trump. E’ stato stabilito che l’Ue acquisterà “molta soia”, nonostante ne possano nascere perplessità per il fatto che si tratta di un prodotto al 94% geneticamente modificato, cosa non permessa in Europa.
I dazi sull’acciaio e sull’alluminio, 6,4 miliardi di euro di beni, introdotti il 1 giungo saranno “riesaminati”, e la cosa dovrebbe far venire meno la sovrattassa sull’importazione nell’Ue di burro di arachidi, jeans, moto ecc. per 2,8 miliardi di euro di beni.
Dovrebbe essere stato disinnescato, con la rinuncia da parte degli Usa alla tassazione, il pericolo di dazi del 25% sulle auto, settore che solo in Germania interessa 800mila lavoratori, ma la cosa è stata riferita solo da fonti europee e comunque non è rientrata nell’accordo, semplicemente se ne parlerà a parte.
Dagli Usa arriverà più gas liquefatto (oggi il principale importatore in Italia è il Qatar), cosa che permetterà agli Usa di rendere meno dipendente l’Europa dalla Russia sul fronte della sicurezza energetica, mentre c’è stato l’impegno dei due a lavorare per una riforma del Wto al fine di colpire le pratiche commerciali sleali, le violazioni della proprietà intellettuale, il trasferimento forzato della tecnologia e le distorsioni create dalle imprese di Stato.
Guerra commerciale disinnescata, quindi: quel “zero dazi” promesso da Trump fa tirare un sospiro di sollievo alle imprese europee, ma l’aperto saliente, come giustamente è stato fatto osservare da Bruxelles, è quello di un mercato comune che può interessare 830 milioni di persone, fra le due sponde dell’Atlantico.