Kosovo. Effetto dazi e rapporti con la Serbia

di Mateo Tuni

Un mese dopo l’abolizione dell’imposta al 100% da parte del governo guidato da Albin Kurti, la dogana del Kosovo afferma che oltre 12 milioni di euro sono stati importati dalla Serbia, mentre circa 1 milione di euro sono stati raccolti dall’importazione di merci.
Secondo gli uffici doganali, la Serbia ha accettato i camion provenienti dal Kosovo con timbri doganali del paese.
Queste cifre arrivano dopo l’istituzione della reciprocità parziale, in cui le dogane del Kosovo hanno pubblicato la relazione di sintesi per il periodo 01-26 aprile 2020.
La notifica afferma che le dogane del Kosovo, oltre al fatto di aver apportato le necessarie aggiunte e modifiche al suo sistema in conformità con la decisione del governo, che sono correlate ai documenti e certificati d’igiene e veterinaria, durante la sua attuazione ha prestato attenzione a controllo speciale sulla documentazione doganale che le merci inoltrano al fine di garantire che i nomi utilizzati siano conformi alla Costituzione della Repubblica del Kosovo.
Kurti ha promosso una politica di dialogo con i vicini serbi, che da tempo erano oppressi da dazi doganali al 100% per i loro prodotti, tassa che era stata approvata dall’ex premier Ramush Haradinaj con il pretesto di far riconoscere il Kosovo alla Serbia.
Il nuovo leader ha inoltre più volte ribadito di voler unire il Kosovo con l’Albania tramite un referendum; va anche detto che il Kosovo è afflitto da problemi interni di carattere strutturale, che ancora ne ostacolano il processo di state-building.
Le priorità del paese sono altre rispetto ai rapporti con la Serbia, come la disoccupazione giovanile che porta la forte emigrazione verso il nord Europa, la corruzione che attanaglia le istituzioni, l’inquinamento, così come l’approvvigionamento di servizi quali acqua potabile, rete fognaria ed energia elettrica.