di Giuseppe Gagliano –
Recentemente l’attenzione mediatica si è concentrata su due importanti sviluppi che sollevano interrogativi sulla sovranità tecnologica e sulla sicurezza nazionale dell’Italia. Da una parte la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha affidato attività di intelligence economica alla Globintech, una società di cybersecurity fondata da Robert Gorelick, ex capo centro della CIA in Italia, e da Alberto Manenti, ex direttore dei servizi segreti italiani (Aise). Dall’altra la TIM, una delle principali compagnie di telecomunicazioni italiane, è passata sotto il controllo di un fondo statunitense guidato da un ex direttore della CIA. Questi eventi pongono l’Italia in una posizione delicata rispetto alla protezione dei propri interessi nazionali.
Il caso Globintech vede l’azienda di consulenza aver vinto una gara da 840 mila euro bandita dalla Cdp per la fornitura di servizi di intelligence per la cybersecurity. La società, fondata e gestita da figure di spicco della sicurezza internazionale, promette di offrire servizi di business intelligence e risk advisory di alta qualità. Tuttavia la presenza di Robert Gorelick, ex capo stazione della CIA in Italia, e Alberto Manenti, ex direttore dell’Aise, alla guida di questa azienda solleva dubbi sulla gestione dei dati sensibili e sulle possibili influenze straniere. Secondo quanto riportato, il capitale sociale di Globintech è suddiviso in tre quote paritarie tra Eremus LLC, società statunitense di proprietà di Gorelick, Alberto Manenti e Recon, una società italiana. La società si presenta come un partner di consulenza globale che collabora con una rete di professionisti nel campo della sicurezza, della tecnologia e della ricerca informativa, fornendo soluzioni strategiche personalizzate ai propri clienti.
Nel caso di TIM si è davanti a un cambiamento di controllo: la rete passerà a FiberCop, società controllata al 58% da Tim, e quindi vi sarà la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo, società controllata dalla Kkr dell’ex capo della Cia David H. Petraeus. Questa mossa ha suscitato preoccupazioni tra gli esperti di sicurezza e gli analisti geopolitici, poiché la TIM gestisce infrastrutture critiche per le telecomunicazioni italiane. La cessione del controllo a entità straniere, specialmente con legami a ex dirigenti dei servizi segreti statunitensi, potrebbe esporre il Paese a rischi di spionaggio industriale e di interferenze esterne nella gestione delle comunicazioni.
È essenziale che il governo italiano e le istituzioni preposte alla sicurezza nazionale valutino attentamente le implicazioni geopolitiche di queste collaborazioni. La protezione della sovranità tecnologica deve rimanere una priorità, garantendo che le infrastrutture critiche e i dati sensibili siano gestiti in modo sicuro e indipendente. La trasparenza nelle operazioni e una rigorosa supervisione possono aiutare a mitigare i rischi, assicurando che l’Italia mantenga il controllo sulle proprie risorse strategiche e sulla propria sicurezza nazionale. In un contesto globale sempre più interconnesso e competitivo, la salvaguardia della sovranità tecnologica è fondamentale per la protezione degli interessi nazionali e per garantire la sicurezza e la prosperità a lungo termine del Paese.