La dualità del controllo aerospaziale

di Giovanni Caprara –

L’amministrazione statunitense ha annunciato la creazione di una forza spaziale. Tale definizione non è da intendersi come la costruzione di una flotta di navi interstellari, ma è il controllo dello spazio esterno all’atmosfera terrestre. Innanzi tutto è da precisare che lo Space Mission Force esiste già dal 2016 ed è inquadrato nel 50° Space Wing dislocato a Schriver in Colorado, il quale dipende dal Comando spaziale con compiti di monitoraggio ed impiego dei sistemi satellitari allo scopo di valutare ed eventualmente eseguire missioni difensive ed offensive. Di fatto gli obiettivi sono i satelliti avversari e la protezione di quelli statunitensi, laddove siano ingaggiati da sistemi d’arma nemici. La strategia di difesa degli Stati Uniti ha la priorità di anticipare attacchi contro le infrastrutture critiche sia economiche che governative e militari, pertanto la novità è nella separazione dello Space Wing dall’Aeronautica per inquadrarlo come sesta componente autonoma della difesa, trasformandolo nello “Space Corps” con una propria catena di comando affidata ad un generale a quattro stelle, a significare che sarà un reparto con un elevato numero di mezzi ed uomini altamente addestrati ed equipaggiati. Anche in questo caso è necessaria una precisazione: i “soldati” della “Space Force” saranno perlopiù ingegneri e tecnici che opereranno da remoto nel controllo dei satelliti e dei sistemi d’arma.
Per sua definizione lo spazio è una porzione di cielo compreso dai 50 ai 100 chilometri dalla stratosfera, popolato da satelliti per telecomunicazioni, scientifici e da sorveglianza. Questa zona è regolamentata dall’ONU fino dal 1967, la cui risoluzione prevede che sia di uso pacifico e non soggetto a sovranità di alcuno, e non dovrà essere militarizzato con sistemi d’arma per la distruzione di massa. L’OST, Outer Space Treaty, delle Nazioni Unite è però molto lacunoso e lascia la possibilità di essere interpretato alle singole necessità delle nazioni tecnologicamente avanzate. Questo ha concesso che lo spazio venisse militarizzato tramutandolo nella quarta dimensione bellica dopo la terra, il mare e l’aria. La dottrina strategica militare si è allargata allo spazio, il quale è oramai imprescindibile per il controllo degli avversari, infatti dai satelliti GPS dipendono la navigazione marittima, aerea e terrestre, i missili guidati, i sistemi di allerta precoce per il lancio dei missili e l’intelligence. Quest’ultima si avvale dei sistemi ottici e delle comunicazioni per monitorare gli avversari. Di fatto l’intera economia e gli appartati militari globali dipendono e si evolvono sulla costellazione satellitare. Lanciato dalla base cinese Jiuquan Satellite Launch Center, nel deserto del Gobi nella Mongolia Interna, il satellite CSES, China Seismo-Electromagnetic Satellite, per l’osservazione della Terra, è stato progettato per prevenire i terremoti, con l’obiettivo di sviluppare su scala globale nuovi metodi per lo studio di fenomeni geofisici quali eventi sismici ed eruzioni vulcaniche. Aeolus dell’Agenzia Spaziale Europea, dotato di un’innovativa tecnologia laser per misurare i venti globali, è il primo satellite con tecnologia “lidar” per lo studio del vento. Sondando l’atmosfera con un potente laser, Aeolus consente di migliorare la conoscenza delle dinamiche e dei processi tropicali relativamente alle variazioni climatiche. La costellazione satellitare O3b, in orbita dal 2014, offre maggiore capacità, migliore copertura, superiore efficienza ed affidabilità della rete globale di trasmissione dati e servizi a banda larga agli operatori di reti fisse e mobili, alle imprese ed ai clienti nei settori dei trasporti, dell’energia ed alle pubbliche amministrazioni. Agrosat è un sistema gratuito, che permette all’agricoltore di raccogliere informazioni utili per decidere quando e come concimare, spargere i fertilizzanti e valutare le rese dei campi. L’agricoltura di precisione consente di aumentare la resa dei campi e la qualità del raccolto, riducendo i costi e gli sprechi per gli agricoltori. Con Agrosat, dal proprio computer il contadino può ritagliare su una mappa satellitare i confini della propria azienda, individuare la località dei campi e valutare una serie di informazioni utili alla pianificazione della produzione. In orbita intorno alla Terra, decine di mini satelliti “spia” monitorano in continuazione porti, cantieri edili, centri commerciali e fabbriche per comprendere il vero stato di salute dell’economia di intere nazioni, ma anche di singole grandi imprese. I miliardi di scatti fotografici provenienti dallo spazio vengono poi analizzati da aziende specializzate per poi essere vendute al settore della finanza. Le loro preziose informazioni valgono miliardi di dollari. Il mercato dei “satelliti spia” è in rapida evoluzione; In base ad una ricerca di Markets and Markets, il business dell’analisi geospaziale di immagini varrà 10,21 miliardi di dollari nel 2021, a seguito dell’interesse del mondo della finanza. Sono in particolare hedge funds e fondi di private equity a chiedere dati estremamente dettagliati anche su singoli impianti produttivi. Le immagini satellitari stanno, infatti, diventando una delle principali fonti di informazioni alternative a quelle ufficiali. I satelliti per la navigazione GPS, riservano un largo campo di impiego, che con dispositivi integrati tra i comandi di mezzi di trasporto come automobili, autocarri, navi ed aeromobili, garantiscono la mobilità privata e forniscono un importante impulso all’economia globale. Inoltre agevolano attività come la sincronizzazione dell’orario in dispositivi elettronici, il servizio di ricerca e soccorso, la geofisica, le applicazioni topografiche e catastali, la guida automatica di macchine per movimento terra e agricoltura. In Ucraina a seguito di un blocco russo, si verificò la perdita del segnale GPS, pertanto i telefoni erano inutilizzabili, gli aeromobili non potevano attraversare lo spazio aereo e le comunicazioni terrestri erano assenti. L’Iran interferì con i satelliti Telstar ed Hot Bird, oscurando le trasmissioni radio e televisive della BBC e Voice of America. Le interferenze sono possibili grazie ad un difetto dei satelliti: la loro traiettoria non si può cambiare velocemente ed è estremamente prevedibile, pertanto sono un facile bersaglio.
La disattivazione o la distruzione di un satellite possono essere messi in atto attraverso: armi cinetiche, ossia missili balistici od altri satelliti posti in traiettoria geosincrona allo scopo di farli urtare l’un l’altro, i cosiddetti “satelliti mina”; armi fisiche non cinetiche, come i laser, le microonde al alta potenza per danneggiare permanentemente l’elettronica del satellite e le armi ad impulso elettromagnetico con una detonazione paragonabile a quella nucleare; la guerra elettronica, per bloccare i segnali di radiofrequenza in uscita dal satellite, per inserire dati falsi o “corrotti” nei sistemi principali od anche per cambiarne la rotta; un attacco cibernetico, per impedire i collegamenti da e con i centri di comando e controllo terrestri, monitorare i dati e danneggiare i sensori elettronici. Tutte queste operazioni complesse sono riconducibili alla dottrina dello Space Warfare, ossia il controllo degli asset nello spazio ed i centri di comando a terra, ed ai metodi per implementarli o neutralizzarli.
Una capacità antisatellite è l’Asat, un sistema missilistico basato a terra o lanciabile da un aeromobile. La Cina, nel 2007 distrusse un suo vecchio ed inattivo satellite con un missile SC-19, il quale lanciato da terra colpì il suo bersaglio a 865 chilometri di altezza. Gli Stati Uniti disponevano dell’ASM-135 a propellente solido, che veniva sganciato dal cacciabombardiere F-15, in volo con un assetto verticale, da una quota di 11.600 metri. Ufficialmente l’ASM-135 è stato cancellato dal programma statunitense, ma sembra invece che lo stiano implementando segretamente. La Russia ha recentemente annunciato di aver sviluppato e reso trasportabile da un velivolo, un laser di potenza tale da distruggere o rendere non operativo un satellite. Inoltre, hanno in fase avanzata un sistema di tracciamento radar basato a terra. La Cina ha un sistema laser in grado di illuminare i bersagli nello spazio già dal 2006, quando, durante un test, lo puntò in direzione di un satellite statunitense. Un verosimile attacco ad asset spaziali è sicuramente possibile attraverso sistemi di radiofrequenza, guerra elettronica e “jammer” ossia i disturbi nella comunicazione. Questi possono disattivare un satellite o renderne inutilizzabili i dispositivi ottici, od anche intraprendere azioni contro i terminali terrestri. Il vantaggio delle operazioni “non cinetiche” è sicuramente nel risparmio economico, ed è più improvvisa e meno controllabile rispetto ai “cinetici” missili Asat. In realtà sembra che la capacità antisatellite della Cina e Russia siano in stadio embrionale; la prima ha in fase di studio avanzato il progetto per colpire bersagli mobili tra i 100 ed i 1.500 chilometri di altezza con lanciatori fissi e, probabilmente a medio termine anche mobili, e poi un sistema d’arma a microonde miniaturizzata ed ancora un laser che potrebbe bruciare i terminali ottici del satellite; la seconda è in grado di effettuare da stazioni terrestri il “jamming”, ossia disturbare le comunicazioni dei satelliti, degli aeromobili AWACS ed i dispositivi di ricezione dei velivoli a pilotaggio remoto. Il sistema d’arma da guerra elettronica russo è denominato Krasukha-4, ed è già da tempo attivo in Siria.
La divisione del campo spaziale da quello aereo voluto dall’Amministrazione statunitense sarà un nuovo terreno di confronto tra le nazioni tecnologicamente avanzate e rappresenterà l’innovazione della tecnologia, ma anche un nuova frontiera di confronto con azioni di forza dimostrative. Una ulteriore sfida per primeggiare sull’avversario.

Sitobliografia:
Paolo Mauri, “Quella guerra per lo spazio tra gli Stati Uniti e la Cina”. Gli occhi della guerra, Aprile 2018.
Paolo Mauri, “Che cos’è lo Space Warfare e perché è così importante.” Gli occhi della guerra, Giugno 2018.
Joe Gould, “Think Space Force is a joke? Here are four major space threats to take seriously.” Defense news.