La nuova criminalità organizzata andrà combattuta oltre i confini nazionali

di Vincenzo Musacchio * –

La criminalità organizzata si è evoluta in modo smisurato negli ultimi vent’anni. Dopo l’era del pool antimafia di Palermo e del maxi processo negli anni Ottanta, abbiamo assistito a una curva in crescita esponenziale del numero di organizzazioni criminali. È cambiato anche il loro modus operandi. Abbiamo potuto costatare come le nuove mafie usino la moderna tecnologia e abbiano accresciuto la loro capacità di infiltrarsi nelle infrastrutture e nel settore pubblico sfruttando al meglio le leggi spesso inidonee a combatterle a livello transnazionale. Questi aspetti emergono dagli studi e dalle ricerche di molti istituti europei e internazionali che analizzano la criminalità organizzata e le sue evoluzioni (cfr. High School of Strategic Studies on Organized Crime of the Royal United Services Institute in London).
È impossibile oggi isolare le attività criminali mafiose solo in uno specifico territorio. Quando parliamo di mafia siciliana, calabrese o campana indichiamo solo la sua origine ma ormai non più la sua estensione territoriale. Per comprendere il nuovo crimine organizzato occorre avere un quadro completo che non può non prendere in considerazione i legami e le connessioni a livello globale. Le reti criminali mafiose ormai operano tutte oltre i confini per cui vanno studiate e combattute a quel livello. La natura transfrontaliera della criminalità organizzata è sempre meno legata alla violenza e sempre più connessa alla corruzione.
L’espansione dei mercati del traffico di droga e dei crimini correlati come ad esempio il riciclaggio di denaro, costituiscono la fonte primaria di guadagno delle mafie moderne e saranno la sfida che giocoforza dovrà affrontare la prossima generazione. In molte parti del mondo le nuove mafie sono diventate potenti quanto i governi nazionali. Hanno contatti criminali a ogni livello (politico, economico, finanziario, sociale) per cui sono divenute entità da studiare a livello geopolitico.
Ho sempre sostenuto il progetto per la creazione di una piattaforma mondiale per lo scambio di esperienze di ricerca e di studio in tema di prevenzione e lotta al crimine organizzato. Scambiarsi valutazioni sui rischi, le sfide e gli sviluppi dei gruppi criminali attuali ed emergenti sarebbe un aiuto ulteriore agli organismi antimafia già esistenti. Occorrerà studiare e affrontare questioni ormai improrogabili quali l’aumento di nuove sostanze psicoattive, i livelli record di produzione di droga in tutto il mondo, il traffico organizzato di migranti, lo sviluppo della criminalità online. Questi aspetti avranno negli anni a venire un profondo effetto sul panorama criminale mondiale. A mio giudizio le continue evoluzioni del crimine organizzato ci porteranno ad avere un’attenzione particolare su specifici settori quali la robotica e l’intelligenza artificiale. Dovremo concentrarsi sulla criminalità organizzata, considerandola una seria minaccia per la sicurezza mondiale. Sarà necessario affrontare i gruppi criminali organizzati di alto livello sviluppando iniziative più efficaci a livello di cooperazione europea e internazionale. Maggiore attenzione andrà data alla criminalità economica e finanziaria e alla confisca dei beni proventi di reato. Bisognerà potenziare notevolmente i nuovi organismi come il Centro Europeo per la Criminalità Finanziaria ed Economica (EFECC) presso Europol e la Procura europea (EPPO).
La creazione di una Procura Antimafia Europea dovrebbe essere una delle risposte immediate all’internazionalizzazione delle mafie. La criminalità organizzata si è globalizzata ben prima dei singoli Stati, per cui, tra le sue tante difficoltà, negli anni a venire avremo anche questo problema. Sarà indispensabile creare anche un sistema di norme incriminatrici comuni con sanzioni omogenee. Le legislazioni dei singoli Stati membri potranno trarre molti spunti dall’esperienza italiana. La cooperazione dovrà comprendere anche un maggior flusso d’informazioni tra polizia e settore privato, a livello nazionale, europeo e internazionale. Sarà indispensabile erogare maggiori investimenti nella prevenzione della criminalità, che richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga anche enti governativi, Ong e associazionismo civile. La necessità di una strategia globale per contrastare la criminalità organizzata transnazionale non è più rinviabile. La ricetta per provare a sconfiggere queste nuove mafie a livello mondiale è quella di fare fronte comune al più presto perché loro si sono globalizzate e fortificate economicamente mentre il contrasto messo in campo soltanto da un singolo Stato è ormai vano. Combattere disuniti equivale a una lotta simile a quella di don Chisciotte.

* Vincenzo Musacchio, giurista, più volte professore di diritto penale e criminologia in varie Università italiane ed estere. Associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Discepolo di Giuliano Vassalli, allievo e amico di Antonino Caponnetto.