La storia non ammette scorciatoie

di Cesare Scotoni

L’idea che una presidenza che si è insediata meno di un mese fa possa sconvolgere l’Unione Europea e forse il mondo che secondo alcuni orbita intorno a quella, va ben oltre il ridicolo. Soprattutto perché Trump è l’uomo che già nel corso del mandato precedente, con la minaccia ai partners della NATO di un progressivo disimpegno degli USA dall’Alleanza, a fronte dell’inadempienza di alcuni Paesi sui rispettivi impegni finanziari e con i colloqui con la Corea del Nord e gli Accordi di Abramo nel quadro mediorientale, tentò di ridisegnare gli impegni USA sui tradizionali quadranti e focalizzarne maggiormente la presenza su Mar Cinese e Oceano Indiano per contenere con più efficacia la crescita della Cina e la sua fame di materie prime.
Il riaccendersi di antiche ambizioni sull’asse Parigi, Berlino e Mosca, con la leadership della Germania nell’export poggiato sul gas russo, ha portato Trump a vedere nel 2018 il raddoppio del famigerato Nord Stream come un fattore dirimente per l’Alleanza.
Nel 2019 la crisi Covid-19, con la sua contraddittoria genesi e la ancor più anomala gestione dal punto di vista della economia, ha rappresentato per l’Unione Europea ciò che la crisi dei Subprime aveva rappresentato 10 anni prima per gli USA, è coincisa con il venir meno della credibilità internazionale dei garanti di quegli accordi di Minsk che, voluti all’unanimità dall’ONU, garantivano che i flussi di gas russo continuassero a fluire attraverso Ungheria, Slovenia ed Austria. Per il ruolo centrale avuto da Londra sulle vicende ucraine, il confronto del Donbass sarà probabilmente ricordato come “la Guerra del Gas”, certo l’amministrazione Biden ha voluto con quello dissanguare la Germania e formalizzare il peso della Polonia nell’Alleanza Atlantica e nell’Unione Europea, ma ha fallito nel progetto di far crollare la Federazione Russa e accedere così alle sue risorse.
La rielezione di Donald Trump significa quindi e soprattutto la fine di quell’uso distorto dell’Alleanza Atlantica e delle sue risorse, voluto da Clinton sulla vicenda del Kossovo (complice l’allora governo D’Alema) e proseguito poi con Bush ed Obama.
L’Unione Europea non viene inficiata dunque dalla rielezione di Trump, ma dalle troppe scorciatoie intraprese dopo i voti sulla Costituzione europea in Olanda, Danimarca e Francia, dal mancato sostegno al progetto di Pratica di Mare di ripensare la NATO, dalla vicenda libica del 2011. La lezione della storia, per la NATO come per l’Unione Europea, è dunque sul come e quando abbia senso prendere le scorciatoie.