La Tunisia alle soglie della dittatura islamista

di Stelvio Samperi –

Tra poco più di un mese in Tunisia ci terranno le elezioni che daranno vita all’Assemblea costituente per la nuova Tunisia: ma come si presenta oggi il paese africano sotto l’aspetto politico?
Per rispondere alla domanda è necessario dare uno sguardo al passato ed alla storia di questo paese il cui popolo ha subito per più di due secoli e mezzo, prima l’oppressione coloniale, sotto forma di protettorato da parte della Francia, poi ha conosciuto l’indipendenza grazie al presidente Habib Bourguiba e dopo ancora è stato massacrato per più di 20 anni dal regime poliziesco dell’ex presidente Ben Ali, caduto grazie alla recente rivoluzione; oggi, purtroppo, la Tunisia è sull’orlo di un rischio ben peggiore, ovvero quello di finire sotto le grinfie della dittatura islamista. 
Sempre guardando alla storia recente bisogna ricordare che la Tunisia è stata terra d’immigrazione fin dalla fine del XIX secolo, quando arrivarono gli italiani e soprattutto i siciliani in cerca di fortuna, i maltesi, i russi che dopo la caduta degli zar vi cercarono rifugio per sfuggire al regime comunista. Vi vive inoltre una comunità ebraica insediatasi fin dall’epoca romana, dai tempi dell’imperatore Costantino.
In questa terra di un’accoglienza leggendaria, nonostante la maggioranza della popolazione fosse di fede musulmana, fino ad oggi tutte le religioni hanno avuto modo di esprimersi liberamente ed il popolo non era soggetto a nessun vincolo di fede grazie alla netta separazione dei poteri tra culto e vita politica.
Oggi, per le elezioni alla Costituente, si presentano 83 partiti di cui molti partiti laici, ma diversi che si rifanno ai movimenti islamici integralisti.
In particolare il pericolo integralista è rappresentato dal partito di Ennadah, guidato da Rached Gannouchi, il quale era stato esiliato in Francia durante il regime di Ben Ali, ma era ricomparso dopo la recente rivoluzione fra le contestazioni di alcuni manifestanti tunisini al suo arrivo in aeroporto;  oltre a Gannouchi esiste un pericolo salafista.
I sondaggi oggi vedono il partito di Ennadah in testa, nonostante le innumerevoli manifestazioni per l laicità avvenute in questi mesi soprattutto da parte delle donne.
Ma dove opera e dove fa presa questo partito che vuole trasformare la Tunisia in una teocrazia? La campagna elettorale si svolge specialmente nelle campagne, nelle frange della popolazione più povera e meno acculturata, che purtroppo è aumentata durante il ventennio di regime di Ben Ali; stainoltre iniziando a corteggiare anche le frange laiche della popolazioni e quindi facendo presa soprattutto fra i giovani, lanciando messaggi di una falsa laicità, come, per esempio,  “il partito di Ennadah, non è per il velo obbligatorio, semplicemente incoraggerà le donne a portarlo” oppure “il partito di Ennadah non è contrario al fatto che le donne portino il bikini in spiaggia, ma scoraggerà l’uso di questo costume ed incoraggerà invece l’uso del burkini”, che è una vera e propria muta da sub, dove la donna non mostra nulla)  e via dicendo fino arrivare alla poligamia.
La situazione è quindi difficile e non resta che mettere in guardia gli amici tunisini per una teocrazia che sembra alle porte, con il rischio di finire dalla padella alla brace.
L’auspicio è che la Tunisia abbia la sua democrazia meritata e sudata con il sangue dei suoi martiri. Inch’Allah.