LETTONIA. Rischiose manovre contro ingresso filorussi in governo

TMNews, 26 set 11 –

Sprint negoziale in Lettonia per la formazione di un nuovo governo, sullo sfondo di grandi manovre per tenere fuori i vincitori del voto del 17 settembre, ma anche di rinnovate minacce all’economia del Paese baltico, pur risalita dal baratro della peggiore recessione al mondo e che secondo l’Fmi può ancora sperare in una crescita del 4% quest’anno. I partiti che compongono la maggioranza uscente – il partito dell’Unità del premier Dombrovskis e quello della Riforma dell’ex presidente Valdis Zlaters – stanno cercando sponde per riuscire a formare un nuovo esecutivo senza Centro Armonia, disegno che tuttavia comporta seri rischi, spiega Bruno Sergi, docente di economia internazionale a Messina, in questi giorni docente alla International Business all`University of Latvia. ” a Riga Tra due giorni scade il tempo dato dal presidente presidente Andri Berzinsh per concludere le consultazioni tra partiti. E, alla luce degli ultimi giri di colloqui, si prevede una coalizione tra i due principali partiti del governo uscente e i nazionalisti di Alleanza Nazionale. Escludendo il Centro dell’Armonia di Janis Urbanovics, appunto, e probabilmente il partito dei Verdi e dei Contadini. “Con il rischio, però, che nel caso di un ulteriore flop economico, il partito filorusso possa stravincere le prossime elezioni politiche”, dice Sergi. “I lettoni hanno supportato la promessa dei tagli nell`ottobre del 2010, tuttavia il cambiamento allora promesso non si è materializzato. Ma dovesse l`ex premier Dombrovskis essere nominato nuovamente a guidare il governo, credo cambierà poco. E minacce all`economia ce ne sono, soprattutto dettate dall`andamento delle maggiori economie in Europa e nell`area scandinava. Fatto sta che proteste e disappunto sono all`ordine del giorno nel Paese e molti (soprattutto i giovani) continuano ad andarsene.” Un segnale allarmante, anche se ciò “ha uno ‘strano’ effetto positivo sul tasso di disoccupazione”. Se Dombrovskis resta al governo, continuerà la linea di austerità? “Le politiche di austerità sono un “must” per garantire la crescita di lungo periodo. Anche nell`Europa occidentale siamo in piena austerity – evidenzia Sergi – Tuttavia le sole politiche di austerità non possono avere un respiro di lungo periodo, soprattutto in una piccola economia come quella lettone, che ha vissuto una pesante contrazione economica nel 2008, direi la più violenta in tutto il mondo. La Lettonia ha fatto degli investimenti esteri diretti e di bassissime aliquote fiscali sin dagli anni `90 i suoi cavalli di battaglia; dopo la crisi, però, il regime di austerità non è servito a migliorare il potere di acquisto per abitante. Altro andava e va implementato. Se in piena crisi il Pil lettone si è contratto del 25% e gli stipendi del 30% circa, va anche considerato che il nuovo governo dovrà pensare al rimborso del debito contratto col FMI e UE, che è oggi di gran lunga superiore a 4 miliardi di euro. Pensare adesso di risolvere tutto attraverso il taglio agli stipendi e ai sussidi è pura demagogia”.