Lgbt, salvate la regina! Alla vigilia della Brexit l’Inghilterra è più gayfriendly

di Vanessa Tomassini –

La scorsa settimana era stato il celebre settimanale “The economist” a raccontare le libertà del Regno Unito per le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (Lgbt). Non solo la città metropolitana di Londra, ma anche nei piccoli paesi, nelle periferie e in aperta campagna la comunità arcobaleno trova la sua dimensione ideale, fatta di incontri, eventi, locali e divertimento. A differenza dell’Italia, dove l’odio trans ed omofobico uccide ancora – solo due giorni fa una ragazza transessuale è stata uccisa all’Eur, nella capitale – l’Inghilterra, da sempre più emancipata e tollerante, diventa sempre più gayfriendly. C’è già chi scommette tutto sulla ricetta lgbt come strategia per salvare le finanze inglesi, che potrebbero risentire della Brexit. Non è un caso il titolo del The Guardian di oggi, che recita più o meno così: “I ragazzi devono essere liberi di indossare tutù e tiara, afferma la Chiesa d’Inghilterra”. No, non avete capito male, è proprio così. La Chiesa inglese, attraverso un manuale destinato agli insegnanti delle scuole materne e agli istituti di istruzione primaria, suggerisce momenti didattici di “esplorazione creativa” dove i piccoli allievi si sentano liberi di esplorare i vari gender per comprendere, indossando abiti diversi, “le possibilità di chi potrebbero essere senza giudizio o derisione”. Il vero scopo del pdf, Valuing all God’s Children (https://www.churchofengland.org/media/4043522/ce-vagc-report-dl-v5-web.pdf) è quello di eliminare i pregiudizi ed il bullismo omofobico e transfobico. È chiaro infatti che questo tipo di bullismo, come conferma nella guida l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, provoca “danni profondi che portano a livelli più alti di disturbi della salute mentale, auto-lesionismo, depressione e suicidio”. Insomma mentre il Vaticano è coinvolto negli scandali di abusi e violenze sui minori, i “cugini” inglesi si concentrano sul “messaggio cristiano dell’amore, della gioia e della celebrazione della nostra umanità senza eccezione o esclusione”. Se siete stanchi di giornalisti che non hanno ancora chiaro l’uso degli articoli in riferimento a persone transessuali, o di sentir parlare di famiglia “a senso unico” da soggetti che si rivelano i primi violatori dell’infanzia, beh non vi resta altro che fare le valigie e partire, in Inghilterra c’è posto per tutti.

L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby.