di Nicola Comparato –
Durante la notte l’aeronautica militare israeliana ha lanciato un attacco su larga scala nel quartiere di Dahieh, a sud di Beirut, considerato un bastione di Hezbollah. Hezbollah è un gruppo sciita libanese, sia politico che militare, sostenuto dall’Iran e considerato terroristico da vari paesi a causa delle sue attività anti-israeliane. Nell’operazione sono state sganciate circa 73 tonnellate di bombe, mirate a un bunker sotterraneo dove si sospettava si stesse svolgendo una riunione di alti dirigenti del gruppo. Fonti israeliane hanno suggerito che Hashem Safieddine, potenziale nuovo leader di Hezbollah, potrebbe essere stato ucciso nell’operazione, ma non ci sono conferme ufficiali al riguardo.
L’operazione è iniziata intorno alla mezzanotte, dopo un avvertimento del portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), che ha esortato i residenti nelle vicinanze a evacuare. Negli ultimi giorni le IDF hanno affermato di aver eliminato circa 250 membri di Hezbollah nel sud del Libano e di aver colpito oltre duemila obiettivi, inclusi infrastrutture, depositi di armi e postazioni di lancio di razzi. Nonostante queste perdite Hezbollah mantiene ancora la capacità di lanciare attacchi verso Israele.
In aggiunta l’IDF ha confermato la morte di due soldati israeliani di 19 anni, uccisi da un drone nel nord di Israele, portando a undici il totale ufficiale dei soldati israeliani morti nei primi tre giorni di queste operazioni. Le IDF prevedono che passeranno settimane prima che i residenti del nord di Israele possano tornare a casa, e anche in quel momento non si può escludere il rischio di ulteriori attacchi con razzi o missili.