LIBIA. Vento di separazione della Cirenaica dalla Tripolitania: Gheddafi l’aveva previsto

di Giacomo Dolzani –

E’ sempre più tesa la situazione politica in Libia, tanto che si è arrivati ormai sull’orlo di una guerra civile.
Come aveva profetizzato l’ex Rais nel momento in cui il suo potere era ormai appeso ad un filo, la Libia senza di lui sarebbe divenuta una nuova Somalia, in cui i contrasti tra le varie tribù, prima ben tenute sotto il controllo del regime, sarebbero sfociati in guerre fratricide per il dominio delle varie regioni della nazione.
Il 6 marzo, a Bengasi, come per confermare le previsioni del defunto Gheddafi, si è infatti costituito quello che si è autodenominato il “Consiglio provvisorio della Barqua”, ossia un organo di autogoverno della Cirenaica, istituito da circa tremila rappresentanti delle tribù e dei gruppi armati della Libia orientale: essi hanno preteso una forte autonomia della loro regione, la quale detiene circa l’80% delle riserve libiche di petrolio, dal governo nazionale ed un’organizzazione dello Stato di tipo federale.
L’iniziativa del Consiglio della Barqua è suonata tuttavia a Tripoli come una dichiarazione di indipendenza, data appunto la formazione di un organo di autogoverno e la creazione di un esercito distinto da quello nazionale, cosa che ha dato origine a non pochi malumori nel Comitato Nazionale di Transizione.
Alla base di questa rivolta vi è soprattutto la volontà delle tribù della Cirenaica di poter disporre più autonomamente delle proprie risorse naturali e soprattutto del petrolio dato che, secondo il nuovo ordinamento libico, su duecento rappresentanti del popolo, centodue sarebbero affidati alla popolazione della Tripolitania, e solo novantotto a quella Cirenaica, che si vedrebbe costantemente in minoranza rispetto alle decisioni della regione vicina.
Non si è fatta però attendere la reazione del leader del Cnt, Mustafa Abdel Jalil che, all’indomani di questi avvenimenti ha definito l’iniziativa di autodeterminazione come “la sedizione dell’Est”, considerandola un gesto sovversivo di pochi ed un pericolo per l’integrità dalla nazione che deve essere neutralizzato, non escludendo l’uso della forza.