Libri. Storia del Caucaso del Nord tra presenza russa, Islam e terrorismo, di Giuliano Bifolchi

a cura di Guido Keller

Il Caucaso del Nord è una regione che tanto affascina quanto incute timore nell’immaginario collettivo essendo entrato a far parte dell’orbita russa in pianta stabile soltanto nel XIX secolo a seguito della lunga Guerra Caucasica (1817 – 1864) le cui vicende fanno oramai parte della letteratura russa. In Italia la conoscenza di questa regione rimane spesso legate alle vicende che hanno interessato la Cecenia fin dagli anni ’90 quando, a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica, la neonata Federazione Russa dovette fronteggiare il movimento etnonazionalistico ceceno in un vero conflitto che prese il nome di Prima Guerra Cecena (1994 – 1996) che fece emergere la profonda crisi in cui l’allora Stato russo versava fino a quando, con l’ascesa al potere di Vladimir Putin, il territorio ceceno non tornò definitivamente sotto il controllo russo a seguito della Seconda Guerra Cecena (1999 – 2009).
Se la Cecenia è riuscita a ritagliarsi uno spazio nei media italiani a causa dei conflitti che l’hanno interessata e poi del terrorismo, molto meno si conoscono realtà quali il Dagestan, l’Inguscezia, l’Ossezia del Nord – Alania, la Cabardino – Balcaria, la Caraciai – Circassia, l’Adighezia e il territorio di Stavropol. Nel processo di avvicinamento all’attuale composizione della regione nord caucasica viene in aiuto al pubblico italiano il libro “Storia del Caucaso del Nord tra presenza russa, Islam e terrorismo” edito da Anteo Edizioni e scritto da Giuliano Bifolchi, analista geopolitico, Research Manager di SpecialEurasia, e dottore in Storia dei Paesi Islamici, che vanta una significativa esperienza nello studiare e analizzare le dinamiche nord caucasiche attraverso il suo lavoro accademico e le sue attività professionali.
Se il primo libro scritto un paio di anni fa da Bifolchi si concentrava sul valore geopolitico del Caucaso del Nord (“Geopolitica del Caucaso russo”, 2020), in questo suo ultimo lavoro l’autore si è posto come obiettivo quello di immergere il lettore nel processo storico che ha caratterizzato il Caucaso del Nord in modo da evidenziare quelle dinamiche utili a comprendere l’attuale situazione regionale e le sfide che l’autorità centrale russa ha affrontato nel corso degli ultimi due secoli e che oggigiorno il Cremlino sta cercando di superare facendo leva su una strategia di sviluppo socioeconomico basata su cluster turistici e sul tentativo di attrarre investimenti stranieri. Nel raccontare, quindi, le dinamiche storiche nord caucasiche Bifolchi effettua lo sforzo ulteriore di mettere in relazione il processo di islamizzazione della regione, conclusosi soltanto nel XIX secolo grazie alla Guerra Caucasica e al tentativo delle popolazioni locali di unirsi sotto la bandiera dell’Islam per combattere il nemico esterno, e il processo di affermazione dell’elemento russo nella regione iniziato durante il periodo dell’impero zarista e consolidatosi nell’era sovietica.
Un lavoro, quello dell’autore, basato sulla raccolta di fonti e documenti in lingua russa e inglese con l’intento di controbilanciare la narrativa che sia il mondo occidentale che quello russo hanno prodotto sul Caucaso del Nord: infatti, se in Occidente spesso sia i media che il mondo accademico hanno posto l’attenzione sulla gestione di Mosca della regione volta a contrastare le diverse e molteplici etnie locali, in Russia lo studio del Caucaso del Nord è stato condizionato dalla percezione che nel tempo l’autorità centrale ha avuto della regione e delle dinamiche locali.
Il libro di Giuliano Bifolchi, diviso in sette capitoli più la conclusione finale, introduce il lettore alla storia del Caucaso del Nord partendo dalla conquista araba e dall’inizio del processo di islamizzazione avvenuto nel VII secolo messo in relazione con le spedizioni russe risalenti al XIX secolo fino ad arrivare ai giorni nostri ponendo particolare attenzione agli anni della Guerra Caucasica che hanno visto emergere l’Islam sufi come componente aggregante dei diversi gruppi etnici nord caucasici in lotta contro l’esercito zarista, alla gestione della regione nord caucasica sotto il periodo dell’Unione Sovietica così come ai movimenti etnonazionalistici e al processo di ‘re-islamizzazione’ che hanno investito il Caucaso del Nord a seguito del crollo dell’URSS.
Parlando della storia recente del Caucaso del Nord, l’autore ha voluto mettere in risalto il processo che ha trasformato l’etnonazionalismo e la militanza armata cecena nel fenomeno del terrorismo di matrice islamica caratterizzato prima da Imarat Kavkaz (Emirato del Caucaso) guidato da Doku Umarov e poi da quel Vilayat Kavkaz (Provincia del Caucaso) connesso con lo Stato Islamico. Storia contemporanea nord caucasica messa in relazione nell’ultima parte del libro con la strategia del Cremlino di favorire lo sviluppo socioeconomico regionale lanciando il progetto Kurorti Severnogo Kavkaza (Resorts del Caucaso del Nord) con l’obiettivo di favorire la creazione di più di 400 mila posti di lavoro, aumentare gli standard di vita e l’accesso al mercato del lavoro, in primis per i giovani, e quindi contrastare quel processo di reclutamento dei gruppi terroristici locali e la propaganda jihadista internazionale.
Questo viaggio, come lo definisce l’autore stesso, nelle dinamiche storiche e sociopolitiche nord caucasiche termina con alcune riflessioni volte a fornire quegli spunti al lettore non solo per comprendere meglio una regione come quella del Caucaso del Nord che ha un’importanza strategica unica per la Federazione Russa, ma anche per interpretare i possibili sviluppi futuri.