L’Uruguay vuole legalizzare la marijuana. Scompiglio in America Latina

di Enrico Oliari –

Scompiglio in America Latina per il progetto dell’Uruguay di legalizzare il commercio di marijuana: l’idea è venuta allo stesso governo del paese, il quale ha intenzione di portare in Parlamento una proposta di legge volta alla legalizzazione del commercio della cannabis, come ha comunicato, “sotto il (proprio) controllo esclusivo”.
Lo scopo è quello di tenere lontani i consumatori dalla “pasta base” di cocaina, una droga a buon mercato dagli effetti tuttavia devastanti, ma è anche il risultato di mezzo secolo di fallimenti nella lotta alla droga: come ha dichiarato il portavoce del presidente, Francisco Cuevas, “I paesi devono cercare nuove vie per combattere il narcotraffico in modo più efficace e ridurre la violenza delle organizzazioni criminali”.
Dello stesso avviso era stato all’inizio dell’anno il presidente Otto Perez Molin (Partito Patriottico ), un generale in pensione alla guida del Guatemala, il cui proposito era caduto davanti al ‘no’ degli Stati Uniti.
Ad andare su tutte le furie è invece stato il presidente colombiano (di destra), Juan Manuel Santos, il quale ha criticato il progetto giudicandolo “unilaterale” ed ha ribadito che serve “un approccio comune” dei paesi dell’America Latina. “Se un paese legalizza e un altro paese mantiene un divieto totale – ha affermato – si generano delle distorsioni che finiscono con l’aggravare il problema”. Quello della droga, va ricordato, è un affare colossale della criminalità colombiana, tanto che il paese è il primo esportatore al mondo di cocaina, dove si stima che quasi 500mila ettari di superficie del paese siano destinati alla coltivazione della pianta da coca.
La proposta uruguayana non piace neppure al ministro dell’Interno venezuelano (di famiglia siriana) Tareck El Aissami, che è di sinistra, il quale ha dichiarato che la soluzione prospettata da Montevideo gli sembra “una misura difensiva e non preventiva”.
A difendere l’iniziativa è ieri intervenuto dal vertice Rio+20 lo stesso presidente uruguayano, Jose Mujica, il quale ha sostenuto che qualcuno deve pur “cominciare in America del Sud”.
Dal 2006 è in corso in Messico la “Guerra della droga”, dove le autorità, supportate dagli Stati Uniti, tentano di combattere i vari cartelli di trafficanti: nel solo 2011 le vittime sono state 12mila, mentre il Dipartimento di Giustizia americano ha stimato che i guadagni dalle vendite all’ingrosso della droga vanno dai 13,6 miliardi a 48,4 miliardi di dollari l’anno.