MALI. Torna alta la tensione nel nord, tuareg si preparano a nuova ribellione

Adnkronos/Aki, 12 ott 11 –

E’ alta tensione nel nord del Mali tra l’esercito e i ribelli tuareg in seguito a una serie di attacchi contro delle installazioni governative ad opera di combattenti tuareg. Episodi che fanno temere una ripresa delle ostilita’ tra le parti, soprattutto dopo il rientro nella regione di molti legionari al soldo dell’ex leader libico Muammar Gheddafi. Gli abitanti del nord del Mali “vivono nella paura del ritorno degli anni di piombo e dei conflitti armati” tra i ribelli tuareg e le forze maliane, ha dichiarato Hassan Tiffi, cittadino di Timbuctu, al sito di notizie ‘Magharebia’. “Le forze di sicurezza sottopongono tutte le persone che entrano o escono dalla citta’ di Gao a perquisizioni sistematiche”, ha aggiunto Tiffi. La settimana scorsa, alcuni ribelli tuareg hanno attaccato installazioni del governo nella provincia maliana di Kidal, dando fuoco a veicoli e distruggendo grandi quantita’ di cemento.  “Si tratta del primo attacco militare lanciato da tuareg dopo la morte del loro leader Ibrahim Ag Bahanga”, deceduto lo scorso agosto in Mali, dove era rientrato dopo due anni di esilio in Libia, ha spiegato Sayed Ahmed Ould Abdul Qadir, esperto della regione. La fazione di Bahanga, leader dell’ala radicale dell’Alleanza Tuareg Nord Mali per il Cambiamento, non aveva aderito all’accordo di pace del 2006 tra i ribelli e il governo di Bamako, mediato dall’Algeria, portando avanti la lotta armata contro le autorita’ di Bamako. Nel frattempo, tre ufficiali tuareg integrati nelle forze armate in base agli accordi del 2006, hanno annunciato la loro defezione. Secondo un analista locale, Abdel Hamid al-Ansari, la causa di queste defezioni e’ il fallimento dei negoziati tra i dignitari della regione e il presidente maliano Amadou Toumani Toure’. “Il presidente ha respinto le loro richieste e questo ha convinto i tre ufficiali ad abbandonare immediatamente le fila dell’esercito”, ha spiegato Ansari, mentre il politologo al-Moukhtar al-Salem si e’ detto convinto che questo passo “ha a che fare con la richiesta di autonomia della regione da parte dei tuareg”. Una rivendicazione “antica e recente, che si intensifica e si affievolisce a seconda delle circostanze internazionali e delle alleanze regionali”, ha aggiunto l’esperto, il quale ha sottolineato che questo ‘conflitto latente’ e’ riemerso dopo la caduta di Gheddafi, considerato un “alleato strategico” dei tuareg. Nel 2009, Bahanga e un altro leader ribelle, il capo del Movimento dei Nigerini per la Giustizia (Mnj), Aghali Ag Alambo, avevano chiesto al colonnello libico di “occuparsi delle istanze della ribellione”, affidandogli di fatto la mediazione della pace coi rispettivi governi. Fu in quel contesto che Bahanga e un folto gruppo di ribelli decise di rifugiarsi in Libia. Secondo Salem, la questione “non potra’ essere risolta, a meno che l’Algeria non prenda una posizione seria in tal senso”, ha detto Salem. “E la situazione non e’ meno pericolosa della presenza di al-Qaeda nella regione”, ha aggiunto l’esperto. Il sito mauritano ‘Aray Almostenir’ ha indicato che sono sempre piu’ numerosi i mauritani armati e i tuareg maliani che avevano militato nelle brigate di Gheddafi a varcare le frontiere del Mali, andando a costituire dei gruppi armati nella regione. “Alcuni combattenti di ritorno dalla Libia hanno raggiunto il resto delle forze di Bahanga, mentre un altro gruppo si trova lungo la frontiera mauritano-maliana e sta cercando di formare una forza indipendente”, ha spiegato il sito web.