MALVINE. Sale malessere abitanti verso Argentina dopo stop navi: mancano prodotti freschi

Ansa, 7 feb 12 –

Cresce il malessere degli abitanti delle Falkland-Malvinas verso l’Argentina, mentre c’e’ attesa per l’eventuale chiusura dello spazio aereo minacciata dalla presidente Cristina Fernandez de Kirchner, in un’escalation di tensione con la Gran Bretagna – alla quale la Casa Rosada contende la sovranita’ sull’arcipelago – a quasi trent’anni dalla guerra che vide i due Paesi contrapposti. Anche se la pesca nell’arcipelago continua ad essere abbondante e rappresenta un commercio col vento in poppa, sugli scaffali dei supermercati da giorni mancano frutta e verdura fresca, ma anche latte, uova e formaggio, come conseguenza dello stop, nei porti dell’America Latina, alle navi con bandiera Falkland. E da domani l’arcipelago – che vede la presenza del principe William nella base di Mount Pleasant impegnato in sei settimane di addestramento – si potrebbe svegliare piu’ isolato. Tra le ipotesi piu’ accreditate c’e’ infatti che Baires abbia in animo di annunciare la chiusura del suo spazio aereo, decretando di fatto lo stop dell’unico volo offerto settimanalmente dalla compagnia cilena Lan, da Santiago del Cile via Punta Arenas. La presidente argentina aveva minacciato di adottare la misura nel settembre scorso, durante il suo intervento all’assemblea dell’Onu, se la Gran Bretagna non avesse riannodato il dialogo sulla sovranita’. Da allora ad oggi si e’ assistito ad un progressivo irrigidimento delle posizioni. Il Regno Unito ha mostrato i denti annunciando l’invio di una nave da guerra e di un sottomarino nucleare, mentre l’Argentina, appoggiata dal blocco dei Paesi latinoamericani, ha dato impulso ad una crescente strategia per isolare l’arcipelago, invocando dall’altro lato ”meno armi e piu’ diplomazia”. I kelpers (cosi’ si chiamano gli abitanti delle isole), della questione della sovranita’ non vogliono parlare, e abbastanza stanchi della questione, chiedono che si rispetti il loro diritto all’autodeterminazione. Rifiutano ipotesi di integrazione economica con Baires, e dichiarano di avere un’economia solida e di dipendere da Londra solo per la difesa del territorio.