Mar Cinese Meridionale. Canada e Paesi europei inviano nell’area navi militari in chiave anti cinese

di Alberto Galvi

Quest’anno i leader del Canada e dell’Europa occidentale invieranno navi della marina nel contestato Mar Cinese Meridionale come respingimento contro Pechino, che ritengono sia andato troppo oltre e abbia iniziato ad allarmare i loro cittadini. 
Si prevede che potenze europee come il Regno Unito e la Germania schiereranno navi da guerra nell’area in quello che sembra sempre più un respingimento occidentale concertato contro le ambizioni marittime della Cina.
Il governo tedesco si è ora unito a una lega di Paesi che hanno cambiato la sua strategia indo-pacifica a causa della minaccia rappresentata dalla Cina nella regione. Berlino sta progettando di inviare una fregata navale in Giappone come parte della sua strategia nell’Indo-Pacifico.
La nave inizierà il suo viaggio dalla Germania in estate e probabilmente effettuerà scali in porti, tra cui in Corea del Sud e in Australia. È probabile che la nave attraversi anche il Mar Cinese Meridionale. È una mossa rara per Berlino, che non ha territori indo-pacifici propri, a differenza di Regno Unito e Francia.
Il Canada considera la regione dell’Asia-Pacifico importante per la sua sicurezza e prosperità e cercherà sempre di cooperare con alleati e partner fidati per mantenere l’ordine internazionale basato sulle regole nella regione indo-pacifica, compreso il Sud-Est asiatico.
All’inizio di febbraio la Francia aveva inviato in mare un sottomarino d’attacco. Il mese scorso il gruppo d’attacco della portaerei di punta del Regno Unito era pronto per entrare nell’area suddetta. 
La Francia invia navi da guerra nel Mar Cinese Meridionale, prima dell’esercitazione marittima con il Giappone e gli Usa. La Francia vuole così rafforzare la sua partnership con i Paesi Quad ossia Giappone, Usa, India e Australia.
A gennaio una nave da guerra della Royal Canadian Navy ha navigato vicino al mare con un passaggio attraverso lo stretto di Taiwan per unirsi alle esercitazioni nelle vicinanze con la marina australiana, giapponese e statunitense.
I Paesi occidentali come Francia e Regno Unito non rivendicano alcuna sovranità, ma vogliono sostenere gli Usa nel resistere all’espansione unilaterale della Cina e i propri interessi economici in Asia come l’accesso alle trafficate rotte marittime di trasporto merci. I Paesi occidentali hanno attraversato fin dagli anni 70 queste acque senza pretese territoriali.
Il primo ministro britannico Boris Johnson alla fine vuole che il suo Paese assuma un ruolo più forte in Asia a causa dei legami economici e commerciali nella regione.
Il Regno Unito, è vincolato dai suoi alleati dell’FPDA (Five Power Defense Arrangements) insieme ad Australia, Nuova Zelanda, Malesia e Singapore per aiutare a difendere l’ex protettorato della Malesia.
La Malesia contesta parte della rivendicazione cinese a circa il 90 per cento del Mar Cinese Meridionale. Il mare si estende da Hong Kong a sud fino all’isola del Borneo.   
L’ex colonia francese del Vietnam contesta la rivendicazione marittima della Cina, comprese le isole Paracel. La Cina controlla oggi quelle isole. 
Una nave da ricognizione cinese è entrata in stallo nell’aprile 2020 con Malesia e Vietnam. Tutti e tre i Paesi trivellano in modo aggressivo alla ricerca di petrolio Anche Brunei, Filippine e Taiwan contendono parti di mare.