Mediatore culturale: una figura professionale da scoprire

Notizie Geopolitiche –

Il mediatore culturale, anche conosciuto come mediatore interculturale, è un professionista della comunicazione che opera come ponte tra culture diverse e ovviamente anche tra lingue diverse. È una figura professionale di fondamentale importanza nel settore immigrazione ovviamente, ma non solo. Il mondo in cui viviamo vede culture diverse e distanti tra loro intrecciarsi sempre più. Proprio per questo motivo quella del mediatore culturale è una figura professionale utile in ogni occasione in cui una persona straniera potrebbe non riuscire a spiegarsi bene, negli ospedali, nelle scuole, nelle questure, nei tribunali, in enti e associazioni e molto altro ancora.

Mediatore culturale: dipendente o lavoratore autonomo?

Ci sono alcune realtà che hanno bisogno di un mediatore culturale in pianta stabile, realtà che quindi sono pronte ad assumere un mediatore con un contratto a tempo determinato o indeterminato a seconda delle esigenze. Altre realtà invece hanno bisogno di un mediatore da chiamare solo al momento del bisogno. In questo secondo caso, il mediatore deve ovviamente aprire partita IVA. Niente paura, sono oggi come oggi disponibili realtà che permettono di ottenere servizi fiscali di alto livello senza per questo arrivare a spendere un’esagerazione, come ad esempio Fiscozen, che opera direttamente online e permette a professionisti e imprese individuali di ottenere servizi all inclusive a basso costo. Detto questo, cerchiamo di capire come diventare mediatore culturale e quali sono i requisiti indispensabili per intraprendere questa professione.

Come diventare mediatore culturale

È possibile diventare mediatore culturale anche senza la laurea. Enti locali e regioni infatti organizzano corsi di specializzazione appositi che possono essere intrapresi dopo il conseguimento del diploma di scuola media superiore. Questi corsi permettono di ottenere una qualifica come mediatore culturale, ma spesso hanno valore solo all’interno della propria regione, non al di fuori. Chi desideri ottenere una migliore preparazione e avere modo di operare su tutto il territorio italiano, o anche all’estero, deve prendere in considerazione una laurea. Non esiste una laurea specifica, ma scienze sociali o dell’educazione, così come psicologia e scienze politiche sono tutte delle scelte più che valide. Presso queste facoltà, anche se non in tutti gli atenei, sono infatti presenti lauree in Mediazione linguistica e culturale. Sono disponibili presso molti atenei anche corsi di specializzazione e master.

I requisiti utili alla carriera di mediatore culturale

Anche se non è indispensabile, avere alle spalle un’esperienza di vita piuttosto importante in un altro paese è senza dubbio da considerarsi come un elemento che può fare la differenza. Aver vissuto infatti in un altro paese a lungo, permette non solo di avere una conoscenza della lingua impeccabile, ma di conoscere la cultura di quel paese in modo eccellente, così da riuscire ad interagire al meglio con le persone che proprio da quale paese provengono. Tra gli altri importanti requisiti per diventare mediatore culturale, la conoscenza non solo della lingua ufficiale di un paese, ma anche dei diversi dialetti, nonché di un eventuale slang dei giovani. In questo modo infatti è possibile comunicare al meglio con persone di ogni classe sociale e di ogni età, senza limiti di sorta.
Ci sono anche skills trasversali e personali che è bene possedere per poter diventare mediatori culturali di alto livello. È necessario infatti avere un’attitudine alla comunicazione e alle relazioni interpersonali. Si tratta inoltre di una professione adatta per chi ha sensibilità ed empatia. Per riuscire davvero a comprendere gli altri e a capire quale sia la loro situazione, è infatti necessario immedesimarsi in loro, in quello che stanno vivendo o hanno vissuto, nella loro esperienza di vita.